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Le discoteche siciliane sperano nel green pass. Messina valuta le alternative

I titolari dei locali chiedono risposte al governo per salvare la stagione estiva. Da Taormina alle Eolie gli imprenditori cercano di adeguarsi con spazi all'aperto

«Ormai siamo allo stremo: prima il governo ci darà delle risposte e più alta sarà la possibilità di ripresa per il settore. Perchè più che in ginocchio, siamo in coma da oltre un anno e mezzo». La salvezza delle discoteche, chiuse da più di un anno, parte dal green pass, il protocollo di sicurezza al centro di un braccio di ferro con il governo che dovrebbe consentire di ripartire in sicurezza da luglio. O almeno così si augurano i gestori di locali da ballo, night e sale di intrattenimento come Vincenzo Grasso, presidente del Silb Palermo che non nasconde la sua amarezza. «Ad oggi il 30 per cento delle discoteche non riaprirà e se il settore non dovesse ripartire entro questa estate, credo che un altro buon 30-40 per cento sarebbe destinato a rimanere chiuso», è lo sfogo di Grasso che gestisce due locali nel palermitano.

Stesso discorso per la zona tirrenica della provincia di Messina e Isole Eolie: anche qui nelle discoteche all’aperto invece di ballare si fanno aperitivi e ristorazione. «E' come andare in una discoteca senza ballare» dice Stefano Russo, titolare una nota discoteca a Milazzo e di un locale a Lipari. In vista dell’estate collabora anche alla gestione di una discoteca all’aperto. «Con altri colleghi ci siamo riuniti più volte per costruire qualcosa e ci siamo confrontati con il Silb e con Carmelo Picciotto presidente della Confcommercio di Messina. Ci stiamo attrezzando trasferendoci in locali all’aperto per fare cene spettacolo (con musica dal vivo). E' comunque un tipo di lavoro diverso da quello che normalmente svolgiamo, ci stiamo adattando».
Spiega che per prepararsi ad ogni stagione i locali hanno bisogno di manutenzioni e questo significa costi che si aggiungono ad altri già sostenuti. «Siamo in attesa, speriamo in una apertura marginale che poi diventi totale e ci consenta di fare il nostro lavoro. Mi auguro che si potrà ballare ma non dipende da noi, la mia discoteca è chiusa da 14 mesi, finora ci hanno dato ristori con cui non ci abbiamo pagato neanche i costi fissi. Siamo la categoria più colpita, non abbiamo visto neanche uno spiraglio di sole».
«Ho anche un cocktail bar a Marina corta di Lipari - conclude - aspettiamo i turisti che stanno arrivando a singhiozzo, si prevede una buona stagione ma il vero settore colpito è quello delle discoteche. Chiediamo semplicemente di poter aprire, in sicurezza».

L’obiettivo, infatti, è ripartire da luglio in zona bianca con il green pass. Occorre fare presto perchè il settore dallo scorso anno ha registrato un calo del volume di affari che oscilla tra il 70 e il 100 per cento: «L'unica riapertura che abbiamo avuto dall’inizio della pandemia è stata tra la fine di luglio e la metà di agosto, ma ha riguardato solo una piccola parte di tutte le discoteche perchè il 70 per cento delle sale da ballo operano al chiuso e queste fondamentalmente non hanno mai riaperto». E gli aiuti promessi sono arrivati? «Chiamarli ristori è davvero riduttivo - conclude - abbiamo avuto delle ‘caramelle’ ma tra i debiti e i fornitori da pagare è servito a ben poco».

L’incertezza regna anche tra i gestori di locali e discoteche del messinese delle località più gettonate dai turisti come Taormina, Giardini Naxos e le Isole Eolie, che si preparano ad affrontare la stagione estiva. Chiuse le discoteche invernali, attualmente quelle all’aperto sono riconvertite in bar per aperitivi con tavolini e poltroncine ad occupare la pista da ballo.
«Fino ad un mese fa, quando la vaccinazione non aveva cominciato a produrre gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti e non ci si aspettava che ci fosse una riduzione dei contagi così consistente, si dava per scontato che anche questa estate le discoteche non avrebbero aperto cosi come per il resto dell’anno» dice Benny Bonaffini, presidente regionale Fiepet Confesercenti.
«Almeno due terzi dei gestori - aggiunge - non ha messo in moto la macchina organizzativa per aprire le discoteche durante l’estate e poi c'è un terzo che ancora combatte e si sta preparando sperando che ci siano le autorizzazioni». Molti gestori, infatti, temono di fare una stagione ridimensionata senza riuscire a coprire le spese e recuperare gli incassi ma ci sono altri che hanno investito. «Hanno tenuto le strutture pronte - prosegue - sperando che si riaprirà e che la situazione si sblocchi ma i numeri sono bassi».

Ferme le discoteche al chiuso si punta tutto su quelle all’aperto magari cambiando location. «Stiamo concentrando le forze a Giardini Naxos in un locale all’aperto», dice Gabriel Manuli, che aiuta il padre, titolare di una nota discoteca di Taormina. «D’estate lavoriamo tanto con i turisti e siccome per ora non ci sono e non abbiamo la certezza di quando aprire, ci siamo trasferiti in un locale a Giardini Naxos, qui abbiamo allestito un ristorante con beach club e pontile dove si dovrebbe ballare ma per ora facciamo solo l’aperitivo, ci sono i divani in pista per evitare che le persone si mettano a ballare». Precisa che tutto lo staff è stato vaccinato e conclude: «Se apriamo lo faremo con il green pass, finora non abbiamo saputo niente ma appena si cambia ci adattiamo subito e ricominciamo».

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