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Dissalatore di Lipari, "danno erariale" di oltre 2,6 milioni

La Procura della Corte dei conti cita in giudizio il sindaco dell’isola, il suo vice, un dirigente del Comune e tre della Regione

Dissalatore di Lipari

La Procura regionale della Corte dei Conti di Palermo ha avanzato una contestazione di responsabilità per un danno erariale di euro 2.698.309,35 in pregiudizio del Ministero della Difesa che finanzia i rifornimenti a mezzo nave cisterna nell’isola di Lipari. Il danno erariale viene contestato nei confronti del sindaco Marco Giorgianni, dell’assessore con delega ai servizi idrici, Gaetano Orto, del dirigente del III settore, Mirko Ficarra, nonché dei dirigenti del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Felice Marcello Loria, Francesco Greco e Salvatore Anzà, responsabili della procedura per la parte regionale. Il danno riscontrato riguarda il sottoutilizzo del dissalatore di Lipari, rispetto alla capacità produttiva massima. Il rifornimento idrico dell’isola di Lipari avviene con due modalità: il dissalatore e i rifornimenti tramite navi cisterna, con costi differenti al metro cubo dell’acqua immessa in rete. Il costo dell’acqua prodotta dal dissalatore è di poco inferiore a 2 euro al metro cubo ed è a carico per il 40% del Comune di Lipari e per il rimanente 60% alla Regione siciliana. L’acqua rifornita dalle navi cisterna ha, invece, un costo di oltre 14 euro al metro cubo a carico del Ministero della Difesa, mentre la gestione del servizio fa capo alla Regione.

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