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Truffe e mazzette a Siracusa, chiesto il processo per 63 medici e falsi invalidi

Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali sono state scoperte le modalità con cui gli indagati attestavano di avere compiuto esami diagnostici, tra cui Tac e Ecodopller, senza averli mai eseguiti.

La procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio per 63 persone coinvolte nell’inchiesta denominata «Povero Ippocrate» scattata nel febbraio del 2019 sull'erogazione di false pensioni di invalidità civili. Tra gli indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, corruzione e falso, ci sono medici, parenti dei falsi invalidi e gli stessi percettori del sussidio acquisito illecitamente.

Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, i carabinieri del Nit, nucleo investigativo telematico, avrebbero scoperto le modalità con cui gli indagati avrebbero attestato di avere compiuto esami diagnostici, tra cui Tac e Ecodopller, senza averli mai eseguiti. Il sistema, che si sarebbe servito dell’appoggio di alcuni patronati, prevedeva, in alcuni casi, che il falso invalido venisse istruito circa il comportamento da tenere durante la visita di accertamento dei requisiti presso la commissione dell’Inps.

Nell’inchiesta sono emersi dei passaggi di denaro in favore di medici corrotti. L’udienza preliminare davanti al gup di Siracusa è stata fissata per il 7 di ottobre.

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