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Carcere di Enna: detenuto aggredisce un ispettore della polizia penitenziaria

L'uomo, di origini straniere, pretendeva di fare una telefonata. Al pronto soccorso all'agente è stato diagnosticato un trauma distorsivo alla spalla sinistra

Un ispettore della Polizia Penitenziaria è stato aggredito nel carcere di Enna da un detenuto straniero che pretendeva di fare una telefonata alla famiglia pur sapendo che non gli era consentito perché lo aveva già fatto il giorno prima.
L’ispettore ha dovuto far ricorso alle cure del Pronto Soccorso, dove gli è stato diagnosticato un trauma distorsivo alla spalla sinistra. A rendere noto l'accaduto è il segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) Calogero Navarra.
«È stata - dice il sindacalista - una aggressione tanto proditoria quanto violenta. L’ispettore ha dovuto far ricorso alle cure del Pronto Soccorso, dove gli è stata diagnosticato un trauma distorsivo alla spalla sinistra. Si è dunque trattato di una aggressione assurda e inutile posta in essere da chi evidentemente è convinto che in carcere può fare quel che vuole e questo è inaccettabile».

Sull'accaduto è intervenuto anche il segretario generale del Sappe Donato Capece, che ha espresso solidarietà al poliziotto ferito e ricordato che nei giorni scorsi il sindacato ha segnalato al Ministero della Giustizia i quotidiani problemi operativi con cui il personale di Polizia Penitenziaria è quotidianamente costretto a confrontarsi. «Abbiamo evidenziato - dice Capece - la grave carenza di sicurezza delle carceri italiane dovuta alla scarsa presenza di personale: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale di Polizia Penitenziaria, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È quindi urgente colmare il gap tra la dotazione prevista e quella effettivamente in servizio, ben cinquemila unità in meno».

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