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Crisi di impresa e insolvenza, l'attesa riforma del 2022

Tre giorni di eventi per la nascita di “Apotheke, strumenti per l’economia ed il lavoro” la scuola di formazione Anpit destinata ad imprenditori e professionisti. Anpit Sicilia tra i protagonisti della manifestazione. Il futuro delle imprese passa dalla capacità di affrontare crisi e sfide, cogliendo opportunità che in questo momento riguardano l’intera Europa. E’ con questi obiettivi che ad Orvieto è nata la scuola di formazione di Anpit- Azienda Italia ed Anpit Sicilia è stata tra i protagonisti dell’evento che si è tenuto nel Palazzo del Capitano del Popolo.
Tre giorni, destinati alle imprese ed ai professionisti, per parlare di formazione economica e giuridica, innovazione, occupazione e welfare. Anpit Sicilia ha dato il suo apporto al dibattito grazie agli interventi di Lidia Dimasi (presidente Anpit Sicilia) che si è soffermata sulla crisi d’impresa, Giovanni Greco (presidente Anpit Catania) che ha affrontato tematiche legate alla contrattazione collettiva nazionale ed Attilio Parisi (Anpit Caltanissetta) che è intervenuto su occupazione e nuove politiche attive.
“La formazione è la piattaforma di partenza verso il futuro -  ha dichiarato la presidente Anpit Sicilia Lidia Dimasi - e con la tre giorni di Orvieto abbiamo messo a disposizione delle imprese strumenti indispensabili per attraversare il difficile momento e guardare avanti con fiducia”.
Tra le tematiche affrontate anche il codice della crisi d’impresa e d’insolvenza, una riforma a lungo attesa ma che adesso deve fare i conti con la pandemia e con un contesto drammatico per gli imprenditori. E’ stato il dottor Fabrizio Vigorita ad approfondire i vari aspetti normativi e innovativi del codice della crisi d’impresa, la cui entrata in vigore è slittata alla primavera del 2022 per consentire le modifiche scaturite dalle conseguenze della pandemia.
“ La riforma è un cantiere in continua evoluzione - prosegue Dimasi - Stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione rispetto al passato. Si ispira alla rescue culture, la cultura del salvataggio dell’impresa, assicurando un bilanciamento tra i valori della continuità dell’impresa da un lato e la tutela dei creditori e dei lavoratori dall’altro. Grazie alla ministra Cartabia c’è una Commissione che sta affrontando le conseguenze di un contesto di crisi che richiede modifiche al testo normativo. L’obiettivo è consentire alle imprese sane ma in condizioni di difficoltà economico-finanziaria, di ristrutturarsi per evitare l’insolvenza, salvaguardando il valore aziendale e l’attività, e nel contempo dare all’Imprenditore onesto che fallisce una seconda chance”

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