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Mafia, confisca da 2,5 milioni a un imprenditore gelese vicino al clan Rinzivillo

La confisca ha interessato 30 immobili tra fabbricati e terreni (situati in Sicilia, Basilicata e Molise), 2 società di capitali, 2 ditte individuali, 3 impianti di produzione di energia rinnovabile da fonte eolica

La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta nei confronti dell’imprenditore gelese Santo Valenti, 59 anni, ritenuto contiguo al clan mafioso Rinzivillo di Gela.

Il suo spessore criminale, sottolineano gli investigatori, era stato evidenziato nel corso delle indagini dell’operazione «Extra fines-Druso», che nell’ottobre del 2017 culminarono col suo arresto per estorsione, aggravata dal «metodo mafioso».

Vittime delle estorsioni gli imprenditori del settore ortofrutticolo operanti nel mercato generale di Roma, dove Valenti camminava al fianco del boss Salvatore Rinzivillo. Gli accertamenti effettuati hanno messo in evidenza «l'anomalo» incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni.

La confisca ha interessato 30 immobili tra fabbricati e terreni (tra Sicilia, Basilicata e Molise), 2 società di capitali, 2 ditte individuali, 3 impianti di produzione di energia rinnovabile da fonte eolica "Aereogeneratori - Pala Eolica» localizzati a Campobasso e a Potenza, 1 partecipazione societaria, 4 autoveicoli e svariati rapporti bancari per un valore stimato pari a circa 2 milioni e mezzo di euro. Nei confronti di Valenti è stata anche disposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di due anni.

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