Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Morta a Riace una delle sorelle Pilliu, disse no ai "costruttori" di mafia di Palermo

«Ci stringiamo nel dolore della sorella Savina», commenta Feltrinelli, la casa editrice che a maggio ha pubblicato «Io posso», poi in edicola con Il Fatto quotidiano e Paper First: un libro sulla loro storia, ma anche sul futuro possibile, scritto da Pif e Marco Lillo

Le Pilliu. Capaci di dire no al potente costruttore di mafia che voleva abbattere anche le loro casette per tirare su il suo palazzone abusivo di fronte al Parco della Favorita

«Ci ha lasciato Maria Rosa Pilliu, animo nobile e battagliero». Poche parole della casa editrice Feltrinelli per rendere omaggio alla donna coraggiosa che con la sorella Savina «ha guardato in faccia la mafia e ha risposto di no». E’ morta ieri, a 71 anni, in seguito a un arresto cardiaco, a Riace, dove si era recata per qualche giorno di vacanza insieme ad amici e naturalmente alla inseparabile sorella, compagna di battaglie. «Ci stringiamo nel dolore della sorella Savina», 66enne, aggiunge Feltrinelli, la casa editrice che a maggio ha pubblicato «Io posso», poi in edicola con Il Fatto quotidiano e Paper First: un libro sulla loro storia, ma anche sul futuro possibile, scritto da Pif e Marco Lillo. Un libro che voleva riparare a un torto. E aperto a un finale dovuto.

Una storia di resistenza civile, quella delle due sorelle sarde e giuste di 'tenace concetto' trapiantate a Palermo. Capaci di dire no al potente costruttore di mafia che voleva abbattere anche le loro casette per tirare su il suo palazzone abusivo di fronte al Parco della Favorita. I due autori hanno devoluto i diritti per aiutare le sorelle Pilliu a pagare la beffarda cartella esattoriale di 22 mila e 840 euro notificata dall’Agenzia delle entrate: tasse sul risarcimento riconosciuto dopo la battaglia trentennale contro un costruttore condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il risarcimento non è mai stato pagato alle Pilliu dall’imprenditore perchè lo Stato gli ha sequestrato tutti i beni, ma lo stesso Stato (che non le ha riconosciute vittime di mafia con una decisione del ministero dell’Interno) pretende dalle sorelle le tasse del 3 per cento sul risarcimento mai incassato.

Lillo e Pif grazie alle vendite del libro hanno vinto una prima battaglia coprendo il costo della cartella, ma l’obiettivo più ambizioso, che potrebbe davvero cambiare il finale di questa storia, è ricostruire le due casette di piazza Leoni danneggiate dal costruttore mentre edificava il suo palazzo abusivo che si erge, pure questo beffardo, sul vialone che porta alla stadio. Una partita che ha un posta in palio importante. Il risultato non ammette pareggi e dipende anche dai lettori, da chi comprerà il libro. Cambiare il finale? «Io posso».

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia