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Vaccini in Sicilia, la Regione valuta restrizioni per i comuni sotto il 60%. Ecco chi rischia

Con una ordinanza del presidente Musumeci, stiamo attivando dei centri in ognuno dei Comuni della Sicilia che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60% del campione.

«Con una ordinanza del presidente Musumeci, stiamo attivando dei centri in ognuno dei Comuni della Sicilia che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60% del campione. E in queste ore si stanno anche valutando delle restrizioni che possano riguardare proprio questi Comuni, con l’obiettivo di favorire la vaccinazione». Lo ha detto l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, a Sky Tg24.

Sul report aggiornato al 12 agosto, le percentuali in tutta la Sicilia e i comuni che rischiano di più.

Razza: "Atteso un ulteriore aumento dei contagi in Sicilia"

«Ritengo che nel mese di settembre, e soprattutto nella prossima settimana, potrà verificarsi un ulteriore aumento dei contagi, ma sono ragionevolmente convinto che l’adesione alla campagna vaccinale, con alcune delle misure che si stanno adottando, farà registrare dei segnali positivi - ha continuato Razza - Noi oggi, con un’ordinanza del presidente Musumeci, stiamo attivando dei centri in ognuno dei comuni della Sicilia che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60% del campione. E in queste ore - ha proseguito - si stanno anche valutando delle restrizioni che possano riguardare proprio questi comuni, con l’obiettivo di favorire la vaccinazione. Devo anche dire che alcune delle nostre iniziative, penso anche all’utilizzazione di alcune regole particolari nel mondo del lavoro e nell’accesso agli uffici pubblici, che sono state oggetto di critica da parte del garante della privacy, hanno visto proprio questa autorità non cogliere lo spirito assolutamente necessario di provvedimenti che una Regione, caratterizzata da un basso tasso di adesione alla campagna vaccinale in alcune fasce generazionali, ha bisogno di introdurre degli elementi che convincano in maniera libera i cittadini a doversi vaccinare».

Solo a Palermo 42 bambini sotto i 10 anni ricoverati per Coronavirus

"Hanno un’età inferiore ai dieci anni i 42 bambini che sono stati ricoverati per Covid a Palermo nel mese di agosto. Questi contagi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono dovuti a contatti familiari. All’inizio questi contagi erano legati al rientro dalle vacanze perchè i due principali focolai che hanno caratterizzato la Sicilia, tra la fine del mese di luglio e l’inizio di agosto, sono stati sia autoctoni per gli eventi sia per i rientri, soprattutto per i viaggi nella penisola iberica e in alcune aree dell’Europa. In questo casi abbiamo potuto evidenziare moltissime infezioni da covid di natura familiare, che sono nate in un ambito familiare dove non c'era la vaccinazione".

Le terapie intensive disponibili

«Quante sono in Sicilia le terapie intensive disponibili? Intorno agli 850 posti letti di terapia intensiva. I numeri vengono trasmessi con tabelle al ministero della Salute, e viene anche condiviso con lo stesso Ministero il criterio per l’individuazione di questi posti letto. In Sicilia abbiamo ricoverato in terapia intensiva, e solo con il coronavirus, oltre trecento persone contemporaneamente - ha detto ancora - Oggi siamo a numeri molto diversi e abbiamo fatto una scelta: in questo momento non abbiamo riconvertito gli ospedali che prima erano stati riconvertiti a Coronavirus perché non vorremmo che, nella furia giusta di curare chi è malato di Covid, ci si dimentichi di tutte le altre patologie a partire da quelle cardiorespiratorie ed oncologiche. Non possiamo permetterci di bloccare i sistemi sanitari, non solo quello siciliano ma quello di tutte le Regioni italiane, non offrendo le giuste cure a chi non è malato di coronavirus: per fare questo - ha sottolineato - servono strumenti come le cure domiciliari, ma serve soprattutto l’idea di dover utilizzare la protezione del vaccino».

Vaccini nelle scuole

«Siamo sopra l’85% del personale scolastico vaccinato. Abbiamo determinato una strategia di coinvolgimento anche attraverso la medicina scolastica per completare la vaccinazione da qui alla fine del mese - ha aggiunto - La discrasia tra i numeri forniti dal governo e quelli forniti dalla Regione? Presto detta: la Regione siciliana - ha spiegato - è stata la prima regione italiana a dotarsi della piattaforma delle poste, e alcuni mesi fa c'è stata una polemica perchè nella categoria "altro" la Sicilia risultava vaccinare di più rispetto ad altri. Questa era semplicemente legato al fatto che in quella fase la piattaforma consentiva di smarcare soltanto la categoria 'altrò. Sulla piattaforma delle poste vengono inseriti i dati nominativi e per codice fiscale da parte del ministero della Pubblica istruzione, quindi è stato molto facile fare combaciare tessera sanitaria, codice fiscale e i dati inseriti dal ministero per consegnare al commissario Figliuolo un dato non soltanto aderente alla realtà ma preciso al singolo professionista». In Sicilia il 15% del personale scolastico «è in attesa di prima dose. Devo dire che non ho contezza da parte del collega che si occupa della pubblica istruzione, e da parte del Provveditorato scolastico regionale, di una particolare resistenza verso la campagna vaccinale»

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