Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

In Sicilia fiumi di denaro per l’emergenza Covid

Il focus sulla gestione della pandemia in Sicilia nella relazione d’inchiesta sulla Sanità della commissione Antimafia dell’Ars. Affidamenti diretti per milioni di euro, pochi controlli, oltre 300 incarichi professionali

«Mai come in questa fase il sistema sanitario può beneficiare di un simile indotto di risorse economiche». Un indotto che apre porte potenzialmente pericolose: quelle della corruzione. La fase in questione è, ovviamente, quella dell’emergenza Covid. E ad accendere i riflettori, in un paio di capitoli della relazione d’inchiesta sulla Sanità siciliana presentata nei giorni scorsi, è la commissione Antimafia dell’Ars, presieduta da Claudio Fava. La commissione spiega perché, quell’indotto è particolarmente “a rischio”: «Fiumi di denaro pubblico, stanziati a più riprese per l’approvvigionamento di materiale sanitario, dispositivi di protezione e servizi vari. Il tutto prevedendo via via una serie di semplificazioni nelle procedure di appalto, che vuol dire accorciare i tempi burocratici, ma anche indebolire in maniera significativa il sistema dei controlli».
Un «terreno fertile» Ed è proprio il sistema dei controlli a mostrarsi particolarmente fragile, agli occhi della commissione Antimafia dell’Ars. Una fragilità che emerge audizione dopo audizione, in un contesto descritto così dall’associazione Libera: «La sanità è un terreno particolarmente fertile per la corruzione, nonché un contesto di particolare interesse per la criminalità organizzata». Un “terreno fertile” per diversi fattori, dall’importanza delle risorse economiche alla numerosità degli appalti, dai rapporti pubblico-privato ai frequenti condizionamenti esterni. Fattori che «l’impatto sul sistema sanitario dell’emergenza pandemica – scrive ancora Libera – ha moltiplicato all’ennesima potenza».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

Caricamento commenti

Commenta la notizia