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Agguato a Borsellino, la Cassazione: "Strage di mafia con anomalie e zone d'ombra"

Così si è espressa la Cassazione nelle motivazioni sulla conferma delle condanne per due boss - Madonia e Tutino - e due finti pentiti che hanno calunniato altri collaboratori e persone innocenti

Il giudice Paolo Borsellino

Non ci sono dubbi che l’attentato al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta è di «paternità mafiosa» , anche se ci sono «anomalie» come il coinvolgimento del Sisde e «zone d’ombra» come la scomparsa dell’agenda del magistrato. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni sulla conferma delle condanne per due boss - Madonia e Tutino - e due finti pentiti che hanno calunniato altri collaboratori e persone innocenti. Per gli ermellini, quanto emerso nel processo sulla trattativa Stato mafia - come stabilito in appello - è di "sostanziale neutralità» e non ci sono «nuovi scenari», nonostante gli «abnormi inquinamenti delle prove».

«Centrale in questa vicenda è la figura di Vincenzo Scarantino, nei cui confronti gli elementi di prova raccolti hanno condotto i giudici del merito ad accertare l’'insorgenza - scrive la Corte, citando passi della sentenza di primo grado - di un proposito criminoso determinato essenzialmente dall’attività degli investigatori, i quali esercitarono in modo distorto i loro poteri con il compimento di una serie di forzatura».

La Cassazione ricorda ancora la sentenza della Corte d’assise di Caltanissetta nel punto in cui, invece, definì «pietra angolare» le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza: «la precisione, la linearità e la costanza delle dichiarazioni - osservano i giudici di piazza Cavour - confermate da numerosissimi riscontri, consente di ribadire il giudizio positivo sulla credibilità del collaboratore già formulato dai giudici di primo grado»

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