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La lotta all’obesità parte dalle scuole: indispensabile l’educazione alimentare

I dati che vedono la Sicilia con il tasso di persone in sovrappeso più alto in Italia. Parlano gli esperti: «La pandemia ha provocato danni enormi»

Giuseppe Buzzanca e Amelia Rizzo

Si sente sempre di più la necessità di avere nelle scuole le figure dell’educatore alimentare e del nutrizionista. Ad affermarlo è il medico specialista in Nutrizione e Dietologia, Giuseppe Buzzanca, in particolare alla luce dei recenti dati Istat che vedono la Sicilia, insieme alla Calabria, con il tasso di obesità più alto d’Italia.
Nel Nord-Ovest e nel Centro la prevalenza di obesità rilevata nella popolazione si attesta al 10%, mentre nel nord-est e nelle isole il valore raggiunge l’11,4%, a sud il 12,4%. Anche nella popolazione giovanile si osservano forti differenze territoriali nella distribuzione dell’obesità: 34,1% al Sud, 20,0% al Nord-Ovest, 22,4 % nel Nord-Est, 23,9% al Centro e 28,4% nelle Isole. I risultati sono quelli del nuovo Rapporto sull’obesità in Italia presentato nei mesi scorsi dall’Istituto Auxologico italiano.

«Il primo approccio dei giovani al di fuori del nucleo familiare – spiega Buzzanca – è quello con gli insegnanti, che però non sono e non possono essere adeguatamente formati per informare ed eventualmente correggere problemi relativi alla nutrizione. Servono professionisti appositamente messi a disposizione dei ragazzi per avviare un percorso di sensibilizzazione ed informazione che coinvolga anche i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta». Come sottolinea il nutrizionista, che è stato anche sindaco e deputato, «bisogna distinguere i veri e propri Disturbi del comportamento alimentare (Dca) dalla mancanza di un’adeguata cultura alimentare. Il più delle volte, infatti, il sovrappeso dipende da cattive abitudini alimentari e dalla mancanza di una adeguata cultura del movimento. Bambini, adolescenti e adulti, in base al proprio fabbisogno energetico, infatti, devono nutrirsi e muoversi in modo equilibrato». Ma come mai in Sicilia questi problemi sono superiori rispetto al resto d’Italia?

«Se la pandemia ha portato tanta gente, da Nord a Sud, a muoversi meno e a mangiare di più – sottolinea Buzzanca –, dalle nostre parti influisce anche la grande presenza di alimenti particolarmente ricchi di calorie, come i nostri dolci, i salumi tipici dei Nebrodi e i formaggi». Sarebbe sbagliato, però, demonizzare questi prodotti in assoluto: «l’importante – evidenzia il dietologo – è consumarli con moderazione, così come gli alcolici, mantenendo uno stile di vita sano e scegliendo una sana alimentazione basata sulla dieta mediterranea. È consigliabile consumare moderatamente la carne rossa, prediligendo il pesce, non esagerare con i carboidrati e mangiare molta frutta e verdura». L’obesità è ormai considerata una pericolosa malattia cronica che rappresenta un fattore di rischio anche per il Covid. È collegata anche a problemi della sfera sociale, psicologica e anche sessuale: «Tanti giovani vengono da noi a chiedere consiglio proprio per i problemi legati alla sessualità – spiega Buzzanca –, i problemi di questo tipo sono collegati molto spesso alla percezione di sé, che non può mai essere soddisfacente in caso di sovrappeso».

Ad analizzare gli aspetti psicologi dell’allarme obesità la dott.ssa Amelia Rizzo, dottoressa di ricerca in Scienze psicologiche e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e socio affine della Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (Sicob): «L’obesità – spiega – è una patologia multifattoriale e complessa, non sempre associata a disturbi alimentari, ma indubbiamente correlata a situazioni di disagio psicologico, che possono esserne sia causa che conseguenza. Bisogna comprendere, però. che non tutte le storie di obesità sono uguali. Per aiutare le persone che ne soffrono servono specialisti nel settore della nutrizione e della psicologia al fine di avviare un virtuoso percorso personalizzato finalizzato soprattutto alla gestione delle emozioni indesiderate, spesso placate con abitudini alimentari maladattive. Nel sito della Sicob è possibile trovare tutti i contatti utili provincia per provincia».

È importante capire e far comprendere che l’obesità è una patologia che può essere curata: «Molto spesso – sottolinea Rizzo – i pazienti riportano una storia di fallimenti nel tentativo di controllo del peso. Vi sono delle condizioni cliniche gravi che richiedono l’intervento della Chirurgia bariatrica e il Policlinico di Messina è un’eccellenza in questo campo. Il cibo talvolta diventa una “strategia” di regolazione emotiva. Durante la pandemia abbiamo visto un’alterazione delle abitudini alimentari. Il cibo è stato una ricompensa immediata, rispetto ad un vissuto di angoscia. Un po’ tutti, nei mesi di lockdown, abbiamo utilizzato questa “strategia”, trovando rifugio nel cibo. Basti pensare a tutte le foto di dolci e focacce fatte in casa postate sui social. È andata peggio a chi aveva già disturbi del comportamento alimentare. In tal senso, fin dai primi anni di scuola diventano cruciali gli interventi di prevenzione».

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