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Ravanusa, la città del monte Saraceno

Ravanusa nell’Agrigentino è un paese di poco più di 10 mila abitanti nel sud della Sicilia e situata tra Canicattì e Licata, nell’Agrigentino

Ravanusa nell’Agrigentino, dove un’esplosione ha causato il crollo di una palazzina con diversi dispersi, è un paese di poco più di 10 mila abitanti nel sud della Sicilia e situata tra Canicattì e Licata, nell’Agrigentino. Il nome Ravanusa probabilmente deriva dall’arabo «Ravim» che significa fortezza.

I primi insediamenti umani nella zona risalgono al periodo preistorico con i Sicani tra l’VIII e il VI secolo a.C. e successivamente arrivarono i Greci che vi rimasero fino ai primi decenni del III secolo. La costruzione della città è, invece, fatta risalire al 1086 con Ruggero d’Altavilla che conquistò alcuni siti della zona compresa Agrigento sconfiggendo i saraceni. Il Paese attuale venne invece fondato nel 1616.

Secondo una leggenda si racconta che sul Monte Saraceno ci fosse un castello dei musulmani e che il conte Ruggero d’Altavilla lo avesse assediato. Ruggero invocò la Vergine Maria quando il suo esercito stava ormai per soccombere la quale gli indicò di scavare sotto un albero di fico che si trovava ai piedi del monte Saraceno dal quale sgorgò l’acqua.

L’esercito si dissetò e riprendendo le forze e sconfisse gli Arabi. Per ringraziare la Madonna, Ruggero D’Altavilla fece costruire il primo tempio cristiano proprio dedicato alla Madonna del Fico. Sul Monte Saraceno si può ammirare un centro indigeno di epoca protostorica e una necropoli ellenistica.

A Ravanusa c'è anche la Chiesa del Convento al cui interno si trovano tele che testimoniano la presenza dei Normanni sul territorio. La prima rappresenta il Conte Ruggero che cinge d’assedio la fortezza musulmana sul monte Saraceno e la seconda sempre Ruggero in ginocchio di fronte alla Madonna.

La Chiesa Madre è , invece, costruita in stile barocco e risale al 1622. All’interno si può ammirare la statua della Madonna della Misericordia, e nel soffitto le tele sulla conversione di San Paolo e Gesù che scaccia i venditori dal tempio. Nella Chiesa della Madonna di Fatima, invece, verso la fine degli anni ottanta è stata posta una tela del pittore Silvio Benedetto raffigurante una «Madonna incinta» da alcuni ritenuta "blasfema".

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