Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ravanusa, una superstite: "Sono salva per la mia voce"

A farle coraggio sono state le parole dei vigili del fuoco che, nella notte, l’hanno incitata a resistere e farsi forza. Rosa Carmina, rimasta per ore sotto le macerie della sua casa, a Ravanusa, spazzata via dalla terribile esplosione, ha urlato guidando i soccorritori tra calcinacci e detriti. La sua voce l’ha salvata.
Qualche frattura, un terrore che non potrà mai dimenticare e lo strazio di aver perso i suoi cari. Nella deflagrazione sono morti fratelli, nipoti e cognate. Dopo averla tirata fuori della tomba di cemento che l’aveva sepolta i soccorritori l'hanno portata all’ospedale di Licata.
«Ero tornata a casa da poco, erano le 20 - racconta - e all’improvviso la luce è andata via. In un attimo il tetto e il pavimento sono venuti giù e io sono rimasta intrappolata». "Appena ho sentito delle voci - ha aggiunto - ho chiamato, ho chiesto aiuto e hanno trovato il modo di farmi uscire. Intanto, sentivo anche la voce di mia cognata Giuseppina».
Pure Giuseppina è stata estratta viva dalle macerie. Al momento le due donne sono le uniche sopravvissute. ormai è praticamente certo che l’esplosione sia stata determinata da una fuga di gas dalla conduttura cittadina. «Nei giorni scorsi - ha spiegato la donna - non c'è stata alcuna anomalia nella fornitura, da quel che so. E comunque a casa mia usavamo la bombola e non c'era allaccio alla rete».
A descrivere l’esplosione che ha distrutto 4 palazzine e ne ha danneggiate altre 3 è anche un vicino della donna, Calogero Bonanno, che ieri sera era, con la moglie e i tre figli, a casa della suocera, pochi metri più in là dell’edificio venuto giù.
"Ho sentito un boato tremendo, come se fosse scoppiata una bomba o un aereo fosse precipitato sulla casa. - ha ricordato -. Poi sono esplosi gli infissi. Siamo scesi subito in strada, intorno c'era fuoco ovunque, macerie. Io ero con mia moglie, i miei tre figli e i miei suoceri. Siamo vivi per miracolo». Ma in un punto il suo racconto cozza con quello della superstite. «Alcuni vicini - ha raccontato - ci hanno detto che nei giorni scorsi avevano sentito odore di gas. Se è vero, c'è stata una negligenza imperdonabile». Due versioni differenti sulle quali dovranno fare luce gli inquirenti.

"Erano in chiesa e si son salvati"

«Due miei fedeli, marito e moglie, si sono salvati grazie alla partecipazione alla messa delle 20.30. Erano qua nella chiesa madre, che si trova a qualche centinaio di metri dalla zona della tragedia via Trilussa, via Galilei, la signora non stava tanto bene ed era titubante se partecipare o meno alla messa, poi sono venuti in chiesa per fortuna. Hanno perso tutto, la loro casa si trovava nell’edificio a fianco a quello dove si è avuta l’esplosione che è andato distrutto». Lo dice don Filippo Barbera, arciprete di Ravanusa, che ieri sera stava celebrando l’Eucarestia alla quale stavano partecipando alcune decine di cittadini, poco prima che si consumasse la tragedia. «Dopo alcuni minuti dall’inizio della celebrazione - racconta al telefono - abbiamo sentito un boato, sembrava fosse una scossa di terremoto. Si sono aperte le porte della chiesa. Abbiamo interrotto la messa e ci siamo diretti sul posto, c'erano fiamme, detriti, la distruzione. Una scena terribile». La donna che si è salvata miracolosamente col marito è stata colta da malore ed è stata portata in ospedale.

Caricamento commenti

Commenta la notizia