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Rifiuti Covid, decreto ingiuntivo del Comune di Messina all'Asp. Palazzo Zanca reclama 2 milioni

La raccolta dei rifiuti dei pazienti positivi al covid a Messina

Non ci sono solo i numeri dei contagi, dei decessi, dei ricoverati a dare il polso della situazione della pandemia in città. Il dato meno “nobile” ma altrettanto veritiero è quello dei ritiri dell'immondizia a casa di chi è positivo. Un servizio per il quale l'Asp ha dato mandato alla Messina Servizi firmando una convenzione con il Comune tredici mesi fa. Le tute arancioni hanno un database aggiornato con nomi ed indirizzi di chi è positivo e due volte la settimana, con mille precauzioni, vanno a ritirare il sacchetto sigillato. Un servizio che, dopo settimane di iniziale sbandamento, dopo l'affidamento a Messina Servizi ha dato buoni risultati in termini di efficienza. Ma che ha un costo: 50 euro a ritiro, smaltimento speciale compreso.

Dal febbraio 2021, il Comune ha fatturato all'Asp poco meno di 2 milioni, che però non gli sono stati saldati. Diversi i tentativi bonari e i solleciti di ricevere la somma, ma sul conto di Palazzo Zanca non è mai arrivata. A quel punto è scattata la richiesta di decreto ingiuntivo che nei giorni scorsi è stato accordato dal giudice: il valore esatto è di 1.908.000 euro a cui però vanno aggiunti gli interessi e gli onorari dei legali. L'opposizione, o il saldo, sono previsti entro i prossimi 40 giorni. «Certo che pagheremo - dice il commissario straordinario dell'Asp Bernardo Alagna -. C'è stato qualche criticità all'ufficio Provveditorato. Credo che in una settimana salderemo tutto. Non arriveremo certo a farci pignorare le somme. Mi auguro tuttavia che cambi la normativa tutta siciliana di questi ritiri come se fossero rifiuti speciali. In altre regioni, invece, da tempo oramai, l'immondizia di chi è positivo, va nell'indifferenziato con un doppio sacchetto».

E intanto però l'esplosione della variante Omicron ha fatto impennare anche i dati della raccolta e quindi anche le fatture. A gennaio Messina Servizi ha effettuato prestazioni per un valore di 750.000 euro ( iva esclusa), quasi 500.000 a febbraio e i numeri, in proiezione, sono gli stessi a marzo con una crescita importante nell'ultima settimana, quando si sono contati 1360 ritiri in sei giorni. Le fatture dei primi tre mesi del 2022 saranno vicine al milione e ottocento mila euro, in pratica la stessa cifra, e quindi lo stesso numero di ritiri, di tutto il 2021.

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