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Tragedia a Barcellona, assistente capo di polizia penitenziaria si toglie la vita

Tragedia a Barcellona.  Intorno alle 10 un assistente capo della polizia penitenziaria della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto si è tolto la vita. L'uomo, 55 anni, si sarebbe ucciso nella sua abitazione di Santa Marina a Milazzo con un colpo di arma da fuoco. Sposato, era stato trasferito a Barcellona da quattro anni, dopo aver lavorato a Piacenza, Reggio Calabria e poi nella casa circondariale di Gazzi a Messina. Al momento, a seguito di una caduta, si trovava in un periodo di malattia nella sua casa di Santa Marina.

A commentare la drammatica notizia anche il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “E’ una notizia agghiacciante, che sconvolge tutti noi”, dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “L’uomo, 55 anni, ad aprile dell’anno scorso aveva subìto l’aggressione di un detenuto con conseguenti ferite per le quali ancora a tutt’oggi era in convalescenza. In servizio per tanti anni alla Centrale Operativa Regionale Polizia Penitenziaria di Messina, era poi stato trasferito a Barcellona a seguito della chiusura delle centrali operative. Pare si sia sparato con arma da fuoco ma non sappiamo se la pistola ordinanza o fucile da caccia”.

Capece ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: “Tre sono stati i suicidi nelle fila del Corpo da inizio anno, la media di uno al mese! Lo scorso anno 2021 furono 5, 6 nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019. I numeri dei suicidi nelle file del Corpo di Polizia Penitenziaria sono allarmanti. Dal 1997 ad oggi, i suicidi sono stati ben 168. Nonostante ciò, scarse o pressoché inesistenti sono state le iniziative poste in essere dal DAP e, a ricaduta, dalle singole Direzioni degli istituti e servizi penitenziari, che pure avrebbero potuto adottare iniziative autonome, per prevenire e fronteggiare queste situazioni di disagio, anche non direttamente connesse al servizio d’istituto”.

Numeri “sconvolgenti”, per Capece che aggiunge: “Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude Capece. “Qui servono azioni concrete e non le chiacchiere ministeriali e dipartimentali che su tutti queste tragedie non ha fatto e non fa nulla: è vergognoso e inaccettabile!”.

"Restiamo ancora una volta esterrefatti dalla triste e penosa notizia dell'ennesimo suicidio ,il 150 negli ultimi 20 anni il 2 dall'inizio dell'anno e il 20 negli ultimi tre anni su un Corpo di Polizia dalle 34.000 unità lasciano dubbi e perplessità" commenta Domenico Mastrulli del sindacato FS-COSP.

"Avviene - continua - ancora una volta senza un perché e senza una motivazione al momento essendo in corso gli accertamenti investigativi da parte dell'Autorità di Pubblica Sicurezza e del Magistrato di turno che ha raccolto le indagini aprendo un apposito fascicolo sulla notizia appena circolata secondo cui un assistente capo della Polizia Penitenziaria di 55 anni, in servizio presso la struttura detentiva del Longano, si è tolto la vita all’interno della sua abitazione, a Milazzo, nella frazione Santa Marina. Secondo prime notizie frammentarie che arrivano dai luoghi, l’uomo avrebbe utilizzato un’arma da fuoco. L’uomo, sposato, pare si trovasse in malattia. Aveva prestato servizio al Nord Italia e in Calabria. Prima di trasferirsi al “Madia”, era stato in forze alla casa circondariale di Messina Gazzi.

"La notizia - aggiunge ancora la segreteria nazionale FS-COSP della Sicilia con Letterio Italiano - l'apprendiamo dalla stampa locale che ne ha diffuso i particolari sul poliziotto, certo nessuno avrebbe mai pensato che si giungesse a questo, ma il mistero rimane come tanti misteri che in questi anni hanno fatto lievitare il numero dei suicidi in divisa e che la FS-COSP sta conducendo una propria battaglia della verità.

Anche la segreteria nazionale si stringe commossa alla famiglia del collega affermando che "Servono iniziative concrete e non solo pubblicistiche isolate attenzioni da parte della Politica del Governo e delle istituzioni. Il fenomeno suicidio cresce come l'erba sui prati a cui non c'è al momento soluzioni o rimedi. Invitiamo il nuovo Capo del Dipartimento e la Ministra Cartabia a convocare un tavolo comune e unitario di confronto coinvolgendo tutte le rappresentanze sociali e sindacali minoritarie e maggioritarie perché davanti alla morte non c'è rappresentatività o meno ma c'è coinvolgimento e dialogo".

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