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Sicilia, isole minori: l’indennità ai docenti è un bluff?

I nodi del compenso accessorio e del numero di iscritti: interrogazione al ministro

La parlamentare Ella Bucalo di FdI

Salutata con grande favore a fine dicembre, la legge che riconosce un’indennità di disagio ai docenti che prestano servizio nelle isole minori rischia di rivelarsi inefficace. Nel decreto di attuazione, infatti, emergono anomalie che vanificano la ratio di incentivare i docenti ad accettare incarichi in sedi disagiate (come le Eolie). A mettere il dito nella piaga è Ella Bucalo, deputata barcellonese di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Scuola, che ha presentato un’interrogazione al ministro Patrizio Bianchi: «Il Ministero ha riqualificato l’indennità di disagio come emolumento, alla stregua di compenso accessorio, con la conseguenza che aumenterà il reddito imponibile ai fini dell’Irpef. In pratica, lo Stato con una mano dà l’indennità e con l’altra se la riprende. Di più, c’è anche l’assurdità di uno stanziamento ripartito agli istituti scolastici delle piccole isole, perché questi distribuiscano l’indennità ai loro docenti, in base al numero di iscritti nell’anno scolastico 2021-22. Logica vorrebbe che tale indennità fosse proporzionata, oltre che all’impegno scolastico, anche a quello di raggiungere un più distante luogo d’insegnamento ed ai relativi costi». Basterebbe citare il caso di Alicudi, l’isola più remota delle Eolie ed anche la più disagiata, dove gli alunni iscritti sono soltanto tre e, secondo questa legge, l’indennità di disagio per il docente sarebbe ridottissima.

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