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"Posso chiedere il pizzo?". Voto di scambio a Palermo: si aggrava la posizione di Sansone

Il Tribunale di Palermo

Tre nuove intercettazioni potrebbero aggravare le posizioni di Agostino Sansone, costruttore mafioso che ospitò Totò Riina durante la latitanza, del suo collaboratore Manlio Porretto e dell’aspirante consigliere comunale di Forza Italia Pietro Polizzi.

Tutti e tre sono stati arrestati prima delle ultime Comunali con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Il politico avrebbe chiesto l'appoggio elettorale di Sansone e in cambio si sarebbe messo a disposizione.

Le intercettazioni sono state depositate dalla Procura di Palermo che ha svolto l’inchiesta agli atti del procedimento in corso davanti al tribunale del Riesame a cui Sansone ha fatto istanza di scarcerazione. In una, che risale al 25 maggio, il boss della Noce, Giancarlo Seidita, si rivolge a Sansone per ottenere l’autorizzazione a chiedere il 'pizzò ad alcuni imprenditori. Sansone si informa per capire se le vittime siano legate ad ambienti mafiosi e alla fine dà l’ok al taglieggiamento suggerendo addirittura a Seidita di aumentare la richiesta della tangente.

Le conversazioni, per gli inquirenti, proverebbero il calibro mafioso di Sansone ritenuto dal capomafia Seidita un interlocutore autorevole, tanto da poter decidere di questioni importanti come le estorsioni. In un’altra conversazione intercettata, invece, Polizzi si sarebbe vantato con la madre dei suoi rapporti con il mafioso Giuseppe Mannino, indicandolo come «il 41-bis», espressione usata per dare l’idea del peso mafioso dell’uomo. Infine, da altre registrazioni è emerso che Polizzi, impiegato di Riscossione Sicilia, in cambio di soldi, avrebbe fatto annullare debiti col fisco di Sansone e che, dopo aver ricevuto 1500 euro dal costruttore, avrebbe cancellato una cartella esattoriale di 37mila euro destinata a Porretto.

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