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Maurizio de Lucia nuovo procuratore di Palermo, via libera della Commissione incarichi del Csm

De Lucia, attualmente procuratore a Messina, dovrebbe quindi tornare nel capoluogo siciliano dopo essere stato per anni alla Dda e poi alla Direzione nazionale Antimafia.

Il procuratore di Messina Maurizio De Lucia

C'è adesso un nome per andare a dirigere la Procura di Palermo, uno degli uffici giudiziari più importanti d'Italia. La commissione Incarichi direttivi del Csm ha designato all'unanimità il magistrato Maurizio de Lucia, attuale procuratore capo a Messina, dove è arrivato nel luglio del 2017.

Per prendere il posto di Francesco Lo Voi quale capo della Procura, si erano  presentati in sette: Marzia Sabella, che in questi mesi ha retto l'ufficio palermitano da facente funzioni, e poi Paolo Guido, Fernando Asaro, Franca Imbergamo, Francesco Puleio, Maurizio de Lucia e Marcello Viola, quest'ultimo nel frattempo nominato nuovo procuratore di Milano. De Lucia, attualmente procuratore a Messina, dopo essere stato per anni alla Dda e poi alla Direzione nazionale Antimafia, dovrebbe quindi tornare nel capoluogo siciliano dopo la pronuncia del Plenum del Csm che, a questo punto, pare una formalità.

Chi è Maurizio de Lucia

Campano, 61 anni, de Lucia è entrato in magistratura nel 1990. Il primo incarico in Procura a Palermo nel 1991: anni di esperienza con le indagini sui reati economici, poi dal 1995 le prime applicazioni alla direzione distrettuale antimafia. In Dda entra formalmente nel 1998, tra i magistrati di punta della Procura di Giancarlo Caselli, (come poi in quella di Piero Grasso), ma ha già alle spalle anni di inchieste sulle cosche palermitane e, soprattutto, la gestione di collaboratori di giustizia di peso come Francesco Paolo Anzelmo, Salvatore Cucuzza, Angelo Siino. Sono gli anni delle grandi indagini sugli appalti inquinati e sul cosiddetto «tavolino» attorno al quale, a spartirsi la torta miliardaria dei lavori pubblici, sedevano mafiosi, imprenditori e politici. Poi arrivano le inchieste sulle estorsioni e un nuovo approccio al fenomeno del racket con la contestazione del favoreggiamento alla mafia ai commercianti che, nonostante le prove schiaccianti, si rifiutano di fare i nomi degli uomini del pizzo. E ancora i blitz contro la mafia militare; le grandi inchieste sulle cosche, azzerate da centinaia di arresti e il capitolo scottante dei delitti eccellenti (Dalla Chiesa, La Torre) e dei legami tra mafia e politica.
Una microspia piazzata in casa del boss palermitano Giuseppe Guttadauro apre il sipario su una indagine che porterà alla scoperta di talpe istituzionali in Procura, uomini dello Stato che passavano informazioni a imprenditori mafiosi, favorendo la latitanza di padrini come Bernardo Provenzano, e alla incriminazione per favoreggiamento dell’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro.
Nel 2009 de Lucia entra in Direzione Nazionale Antimafia dove coordina le indagini delle dda di Palermo e Caltanissetta e viene nominato nella commissione del Viminale sui collaboratori di giustizia. Un ruolo che lo porterà a vigilare sul rischio scarcerazioni dei capimafia al 41 bis. E’ l’epoca dello svelamento del grande bluff: il depistaggio dell’inchiesta sull’attentato di Via D’Amelio. Nel 2017 il Csm lo nomina Procuratore di Messina, allora il più giovane magistrato italiano ai vertici di una Direzione Distrettuale: decine i blitz contro le cosche dei Nebrodi, la mafia barcellonese, il cosiddetto Sistema Siracusa che ha fatto luce su un complotto arrivato a scuotere i vertici dell’Eni.

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