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Caso Humanity, la Chiesa di Catania: "Disposti ad accogliere i migranti. No a sbarchi selettivi"

Mons. Luigi Renna auspica che «l'accoglienza sia totale, tenendo conto che coloro che sono rimasti a bordo, provengono da situazioni di grave disagio, oltre che da molti giorni di navigazione

L’'arcivescovo di Catania, la Caritas diocesana e la Comunità di Sant'Egidio hanno confermato la volontà di collaborazione per l’accoglienza dei migranti approdati nel porto della Città sulla nave Humanity. Mons. Luigi Renna auspica che «l'accoglienza sia totale, tenendo conto che coloro che sono rimasti a bordo, provengono da situazioni di grave disagio, oltre che da molti giorni di navigazione».

L'arcivescovo, con il vicedirettore della Caritas e Emiliano Abramo della Comunità di Sant'Egidio, ieri sera si è recato da chi stava sbarcando dalla Geo Barents, ed ha «potuto constatare il grande lavoro dei medici e delle forze dell’ordine, volto a dare accoglienza in maniera dignitosa a tutti, e in modo particolare ai più fragili. L’ascolto della storia di alcuni migranti rivela lo stato di sofferenza dal quale provengono e la speranza di trovare finalmente un futuro diverso».

«Lo stesso clima di speranza - ha aggiunto - si è constatato nei trentacinque rimasti ancora sulla Humanity 1». L'Arcivescovo auspica che «il criterio della selezione adottato finora sia rivisto dal legislatore, perché mentre mette in sicurezza alcune fasce di persone più bisognose di cure immediate, esclude chi presto potrebbe giungere all’esasperazione, perché nella fuga dal proprio Paese ha intravisto un barlume di speranza per il proprio futuro».

«Le esigenze espresse dal ministero dell’Interno, di vedere l’Italia non lasciata sola di fronte al numero ingente di migranti che bussano alle porte dell’Europa - sottolinea mons. Renna - è più che giusta, ed ha bisogno di soluzioni politiche, soprattutto di una urgente revisione della Convezione di Dublino; ma evidentemente non si può aspettare la conclusione dell’iter di un dibattito politico e legislativo senza nel frattempo mettere in sicurezza l’esistenza di tante persone, create ad immagine di Dio come ciascuno di noi, che - chiosa mons. Renna - non possono vagare per il Mediterraneo o essere respinte, senza cadere nella disperazione o addirittura perdere il dono inestimabile della vita».

 

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