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Sicilia, l'Ars alla prova del presidente. Una “spia” per il centrodestra

Gianfranco Miccichè

Oggi molla gli ormeggi la XVIII legislatura dell’Assemblea regionale siciliana. I 70 deputati saranno subito chiamati alla prova del presidente, cartina di tornasole delle trame politiche che si sono intrecciate in questi giorni, in vista della formazione del nuovo governo. Se la maggioranza mostrerà un profilo granitico nella scelta del presidente dell’Ars, il percorso di Renato Schifani sarà in discesa. Se, invece, lo snodo parlamentare subirà le turbolenze dei giochi di Palazzo, orchestrati per allungare i tempi dell’elezione, allora il governatore si ritroverà una pericolosa falla nella coalizione. Gli alleati del centrodestra avrebbero ufficialmente spianato la strada per l’elezione di Gaetano Galvagno (Fratelli d’Italia), ma bisognerà valutare i tempi della fumata bianca. I riflettori sono puntati sulle mosse di Gianfranco Miccichè e sulla sua capacità di interpretare ancora, come nel “duetto” con Musumeci, un ruolo di interdizione e contrappeso all’Ars per evitare di essere emarginato. Le premesse per lui non sono incoraggianti. Alla riunione con i deputati di Forza Italia all’Ars si sono presentati solo 4 deputati su 13, segno che i suoi margini di manovra si sono rattrappiti.
L’ex presidente dell’Ars potrebbe avere ancora le potenzialità politiche per infilare un cuneo negli equilibri della maggioranza, ma dovrebbe avere alle spalle un’opposizione compatta. E questo è un altro bivio politico per le forze di minoranza. Nella precedente legislatura un drappello di fuoriusciti “grillini” si convertì in stampella della maggioranza, fiancheggiando il governo Musumeci.
La seduta di esordio non è proprio la più congeniale per scoprire le carte e si presume che l’opposizione interpreterà il ruolo da manuale, lasciando alla maggioranza il compito di sciogliere i nodi. Ci sarà tempo per un’eventuale sterzata. Ma l’elezione del nuovo presidente potrebbe irradiare segnali trasversali, destinati a sviluppare accordi paralleli.
La partita è doppia. La scelta degli assessori, corredata dai sottogoverni, rappresenta il bivio decisivo. Oggi, però, si capirà se il lato oscuro (Miccichè) della maggioranza avrà il peso politico per condizionare il percorso di Schifani. E all’Ars sarà subito palude.

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