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Lukoil di Priolo, il governo temporeggia: la soluzione è ancora lontana

Il vertice a Roma con il ministro Adolfo Urso delude le aspettative. I sindacati spiazzati dal rinvio alzano il livello della protesta e promettono «manifestazioni più eclatanti ed incisive»

Se il futuro della Lukoil era legato alle banche, allora il tavolo convocato ieri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso non è stato sicuramente un passo in avanti. Mentre a Siracusa in migliaia sfilavano nel corteo promosso da Cgil e Cisl, a Roma la delegazione “guidata” dal presidente della Regione, Renato Schifani, incassava tanto impegno ma poche soluzioni concrete. E un’altra convocazione tra venti giorni. Ma dal 5 dicembre scatteranno le sanzioni in seguito alla guerra in Ucraina e le raffinerie Isab Lukoil non potranno più rifornirsi di petrolio russo. E le banche creditrici hanno smesso di fornire le garanzie di cui la raffineria ha bisogno per acquistare petrolio da fornitori alternativi.
«Grande assente il mondo bancario perciò è opportuna l'iniziativa del ministro Urso di interloquire con Abi e la sua disponibilità a tracciare un percorso che possa aumentare la percentuale di garanzia della Sace (società controllata dal ministero dell'Economia attiva nell'assicurazione dei crediti ndr), attualmente al 70 per cento», ha detto il presidente Schifani. Al tavolo ha partecipato anche l'assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo: «Abbiamo chiesto tutela per le migliaia di lavoratori dell’indotto e il riconoscimento dell'area di crisi industriale del polo di Siracusa che è un passaggio importante per poter portare investimenti e tutelare le aziende».
Per i segretari generali di Uil e Uiltec Sicilia, Luisella Lionti e Peppe Di Natale «è inquietante apprendere che le banche non intendano rinnovare le linee di credito all’azienda malgrado Sace sia disponibile a fornire le garanzie necessarie. Per il Governo le strade percorribili sono la richiesta di deroga comunitaria all’embargo del petrolio russo (così come si è fatto in due raffinerie Lukoil in Bulgaria e Romania ndr) e l’impegno a favorire un’eventuale cessione dello stabilimento.

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