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Incidenti sul lavoro, sciopero di Fincantieri: a Palermo 5 indagati per la morte di un operaio

Sciopero oggi in tutti i cantieri e siti di Fincantieri in Italia, per l’intera giornata, promosso da Fim, Fiom, Uilm dopo la morte la sera del 7 dicembre di un operaio dell’indotto del cantiere navale di Palermo, il 61enne Angelo Salamone. Cinque gli indagati per omicidio colposo: due dello stabilimento palermitano del gruppo, altrettanti della ditta dell’indotto e l’operaio che con la vittima era impegnano nella complessa operazione di taglio della base della cisterna di una nave in ristrutturazione. Tra gli elementi da accertare il presunto ritardo nel chiamare le forze dell’ordine.

I sindacati chiedono la convocazione di un tavolo permanente «per definire un accordo quadro generale che riconduca alla normalità la dinamica degli appalti». E poi estendere le tutele sulla sicurezza definite nel contratto aziendale anche ai lavoratori delle ditte in appalto: «Non possono essere considerati lavoratori di seconda fascia».

Fim, Fiom, Uilm, Failms e Uglm della Fincantieri di Palermo hanno dichiarato otto ore di sciopero, dopo quattro giorni di sospensione delle lavorazioni, per sottolineare che quella che si sta consumando da tempo è «una tragedia senza fine. Un altro morto del dovere che non tornerà a casa dal suo turno di lavoro. Si continua a morire nei luoghi di lavoro e questo è inaccettabile».

La mobilitazione a Palermo proseguirà anche domani con bandiere e striscioni listati a lutto al corteo contro le morti sul lavoro. «Da oltre cent'anni il cantiere navale di Palermo è il cuore produttivo della città», dicono i segretari generali di Cgil Palermo Mario Ridulfo, Fiom Palermo Francesco Foti, con il coordinatore Rsu Fiom Fincantieri Serafino Biondo, e Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, «e in poche ore siamo passati da una buona notizia, quella del finanziamento del bacino da 150 mila tonnellate per il cantiere navale di Palermo, a una notizia tragica, la peggiore delle notizie, quella della morte sul lavoro di un operaio».

La morte del dicembre ha seguito di pochi giorni un’altra morte, quella di Michele Pisciotta, di 67 anni, avvenuta sul lavoro in un altro cantiere, stavolta edile, in via Libertà. «I due fatti, diversi tra di loro - aggiungono - avvengono nello spazio di poche ore e di qualche centinaio di metri uno dall’altro. Dobbiamo fare tutti di più in termini di formazione e prevenzione e chiediamo che le istituzioni preposte siano più rigide e inflessibili nei confronti delle aziende che determinano condizioni di rischio per le persone. Una vera strage, non si può dire altro, se in Italia abbiamo un morto sul lavoro mediamente ogni otto ore, tutti i giorni, ogni giorno dell’anno. Tutto ciò è inaccettabile anche perchè spesso queste morti si configurano come veri omicidi sul lavoro e queste dinamiche avvengono per mancanza di controlli».

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