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Messina Denaro, perquisito reparto oncologia a Trapani. "Pronti a sospendere medici"

I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno perquisito il reparto di Oncologia dell’ospedale Sant'Antonio Abate alla ricerca del primo esame istologico effettuato da Matteo Messina Denaro, malato di tumore al colon. Gli inquirenti stanno valutando la posizione del primario, Filippo Zerilli, che il giorno della perquisizione (avvenuta ieri mattina) era assente per malattia. Anche le posizioni di altri medici sono all’attenzione degli investigatori che voglio comprendere se fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede.

«Apprendo dalla stampa che alcuni colleghi iscritti all’Ordine dei medici di Trapani risulterebbero coinvolti - afferma il presidente dell’Ordine dei medici di Trapani, Vito Barraco - nell’inchiesta relativa all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l’iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta giudiziaria».

E aggiunge: «Farò partire le convocazioni per i medici che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta e da qui a dieci giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale. Una volta redatto il verbale di audizione, lo stesso verrà poi trasmesso al Consiglio di disciplina dell’Ordine che deciderà sull'avvio o meno di un eventuale procedimento disciplinare. Per i reati più gravi il Consiglio di disciplina può anche procedere alla sospensione immediata dall’Ordine dei medici».

L’hanno detto i magistrati della procura di Palermo: bisogna accendere i fari sul mondo dell’amministrazione e su quello della sanità per ricostruire la vasta rete della latitanza di Matteo Messina Denaro, catturato a Palermo, il 16 gennaio, in una clinica privata. Seguendo il percorso di cura dell’ex padrino di Castelvetrano, afflitto da un forma aggressiva di cancro al colon, emergono figure in camice bianco. Oltre al medico di base 70enne di Campobello di Mazara - paese dove il capomafia avrebbe passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza - indagato per procurata inosservanza di pena aggravata, e che ha firmato le richieste di cura per La Maddalena, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati anche un oncologo dell’ospedale di Trapani, dove sarebbe avvenuto il primo esame istologico. E interviene l’Ordine dei medici di Trapani, non escludendo provvedimenti di sospensione degli iscritti che risultassero coinvolti.

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