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L'arresto di Messina Denaro. La cugina: "Ha ucciso, per queste vite deve pagare la sua pena"

«L'arresto di Matteo Messina Denaro segna l’inizio di un’altra storia per il nostro Paese. È giunta l’ora che lui si assuma le responsabilità del danno che ha fatto, delle persone uccise. Per queste vite umane deve pagare la sua pena».

Rosa Filardo, 60 anni, è cugina di sangue di Matteo Messina Denaro, «purtroppo per me», dice. Sua mamma Rosa Santangelo è la sorella di Lorenza, la mamma del boss. Quando il 31 ottobre 1981 si è sposata con Lorenzo Cimarosa tra i parenti invitati c'era anche Matteo Messina Denaro, allora non era ancora latitante. «Di lui ho ricordi di infanzia - racconta - poi ci siamo allontanati e ho saputo della sua ascesa dalle tv». Una parentela di peso che Rosa Filardo ha sempre vissuto con malessere, fino alla decisione di prendere pubblicamente le distanze da quel cugino: «Per me è stato un danno- spiega - mio marito (che gestice un maneggio, ndr) è stato trascinato fra le trame degli affari, è stato arrestato due volte. Io ho, invece, tutt'altra visione della vita, di come ci si comporta, della vita sociale. I miei figli sono cresciuti sotto questa cappa difficile».

Uno dei figli di Rosa Filardo, Michele, è andato a lavorare nel Nord Italia; la mamma e l’altro figlio, Giuseppe Cimarosa, vivono, invece, nella casa di Castelvetrano che risulta ora confiscata: «È stato il ben servito della collaborazione con la giustizia di mio marito dopo l’arresto - dice - è vero che abbiamo rinunciato al programma di protezione perché non volevamo perdere la nostra identità, ma resistere qui è davvero difficile». In piazza a Castelvetrano oggi sono scesi gli studenti per dire «grazie» alle forze dell’ordine e alla magistratura per la cattura del boss: «Ai miei concittadini chiedo di svegliarsi - dice Rosa Filardo - non bastano i ragazzi. Dietro di loro ci sono genitori e poi anche i commercianti, liberi professionisti, tutti devono contribuire a dire no per far cambiare le cose a Castelvetrano». Quello che più preoccupa la cugina del boss è il futuro: "Noto molta ipocrisia tra i miei compaesani, in tutti i ceti sociali - osserva - e questo per paura o per convenienza, perché la gente sottovaluta il fenomeno, forse non crede a quello che succede e non si immedesima a come vive chi, come noi, è in questa condizione. Quando mio marito ha iniziato a collaborare molti allievi del maneggio sono andati via. E anche i miei fratelli hanno interrotto i rapporti. Ecco l’isolamento lo sentiamo e lo viviamo ancora tutt'oggi». Infine l’appello alle istituzioni: «Si occupino di noi, ci stiamo a fianco per sentirci meno soli», conclude Rosa Filardo.

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