
Dopo le testimonianze di chi ha raccontato di aver incontrato, durante la latitanza il boss Matteo Messina Denaro ignorandone la vera identità, è la volta delle false segnalazioni. Decine di persone, mitomani dicono gli investigatori, stanno contattando la Procura riferendo di fantomatiche frequentazioni con il capomafia o di aver da lui ricevuto esplosive rivelazioni. Racconti in gran parte inventati a differenza di quelli dei cittadini - dal concessionario che gli ha venduto l’auto, al traslocatore che gli ha spostato i mobili da un covo all’altro, alle donne che l’avrebbero frequentato, alle pazienti della clinica in cui è stato arrestato - spesso indotti a rivolgersi agli inquirenti per prevenirne le mosse.
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