Lunedì 29 Aprile 2024

Voto di scambio in Sicilia: arrestati consigliere comunale e boss

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani hanno arrestato due persone per scambio elettorale politico mafioso. Si tratta di Michele Buffa, consigliere comunale di Petrosino (Tp), per il quale sono stati disposti i domiciliari, e di Marco Buffa, già coinvolto in inchieste di mafia, per cui il gip ha deciso il carcere. Il provvedimento nasce dalle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro che hanno portato, lo scorso 6 settembre, all’arresto di 35 persone indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, droga, porto abusivo di armi e gioco d’azzardo aggravati dal metodo mafioso. Marco Buffa, già condannato per associazione mafiosa in via definitiva e per aver favorito la latitanza dei boss del mandamento di Mazara del Vallo, e arrestato dai carabinieri a settembre, avrebbe procurato voti al candidato al consiglio comunale di Petrosino, in cambio di soldi e dell’impegno del politico ad agevolare i clan. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Secondo la ricostruzione dell’accusa, nell’aprile del 2022, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali a Petrosino, si sarebbero svolti incontri tra il mafioso e alcuni candidati. Marco Buffa avrebbe svolto una vera e propria campagna elettorale in favore dell’aspirante consigliere Michele Buffa anche accompagnandolo a casa dei potenziali sostenitori, soprattutto nei quartieri popolari. In cambio avrebbe avuto soldi, promesse di impiego nei lavori socialmente utili per sé e per altri mafiosi e assicurazioni di assunzioni di amici nell’azienda dove lavorava il candidato sponsorizzato. I carabinieri hanno eseguito due perquisizioni domiciliari e notificato avvisi di garanzia, sempre per scambio elettorale politico-mafioso, nei confronti di un altro rappresentante del consiglio comunale di Petrosino, anche lui sospettato di aver preso i voti dei clan, e di una persona che avrebbe assicurato comunicazioni riservate agli indagati.

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