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La vita messinese di Boris Giuliano un limpido eroe dei nostri tempi

Ieri avrebbe compiuto 88 anni Giorgio Boris Giuliano, il capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso dalla mafia «a un passo dalla verità» il 21 luglio del 1979. Originario di Piazza Armerina, dopo un’infanzia trascorsa tra la città d’origine e la Libia, si trasferì adolescente a Messina, dove conseguì la laurea in giurisprudenza per poi realizzare il sogno di entrare nella Polizia di Stato nel 1962 e trasferirsi a Palermo.

Amante della musica e della pallacanestro (malgrado la sua altezza aveva militato in serie B con il Cus Messina),  come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, estroverso tanto da essere definito “il primo sbirro non sbirro”, con un’enorme passione che gli permetteva di entrare in empatia con tutti, la stessa suo indole che pagherà con la vita.

È stato il primo poliziotto italiano a formarsi presso l’FBI in America e ad utilizzare tecniche investigative rivoluzionarie per i tempi, creando una mappatura di Cosa nostra.

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