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Gattopardo, l'alta moda nasce sulle Madonie

«In fondo avere successo non è una cosa complicata: basta dedicare totalmente la propria vita al talento. Serve disciplina, non ci sono scuse».

Così ammonisce Domenico Dolce, la metà di Dolce&Gabbana, nell'intervista esclusiva che apre il numero di Gattopardo, il mensile della Sicilia che cresce in edicola con la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia.

Un'affermazione sostenuta dalla sua storia di bambino nato a Polizzi Generosa, nel cuore delle Madonie, cresciuto nella sartoria del padre, a tagliare e cucire sin dall'età di sei anni, a bruciarsi le mani con i ferri da stiro, a pungersi le dita.

Ma anche dalla sua storia di giovane emigrato a Milano che sogna il grande salto nel mondo della moda insieme con Stefano Gabbana, compagno di successo e a lungo anche di vita. «Abbiamo iniziato con zero lire in tasca. Uno lavava, l'altro stirava».

Un percorso umano e professionale che potrebbe essere il manifesto di Gattopardo: tutti possono farcela, anche nella Sicilia - e nell'Italia - dove la meritocrazia è parola poco applicata e dove, d'altro canto, dilagano gli alibi per non provarci, e l'antico sospetto nei confronti di chi ci prova.

Una storia di copertina (accompagnata dalle fotografie mozzafiato delle sfilate di Dolce&Gabbana tra i tesori siciliani) che trova eco negli altri personaggi del numero.

Mario Incudine, l'ex ragazzo che - partito dalle serenate che suonava a Enna sotto i balconi - ha conquistato le platee teatrali più importanti.

«Con i guadagni delle serenate - ricorda - mi sono comprato la prima macchina in contanti». Giulia Mei, compositrice e cantautrice di 25 anni, diploma al conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, passata per l'esibizione al teatro Politeama alla presenza di Francesco Guccini e poi arrivata all'album di esordio, prodotto a Roma con la collaborazione artistica di Edoardo De Angelis, uno dei perni del Folkstudio negli anni '70 e ‘80. E, con lei, i giovani talenti della musica cresciuti nel conservatorio che, passo passo, sacrificio dopo sacrificio, stanno diventando grandi. Un conservatorio dove si trova il busto del palermitano Franco Ferrara, direttore d'orchestra leggendario, la cui storia Gattopardo racconta.

«The best» secondo Leonard Bernstein. «Non sono mai così teso come quando so che c'è Ferrara in sala», ammetteva Herbert von Karajan, che ebbe a dire: «Il suo ritiro dalle scene ha indubbiamente favorito la mia carriera».

E, dall'arte alla natura, ecco le storie dei sei giovani imprenditori agricoli vincitori dell'Oscar Green Sicilia 2019, il premio che ogni anno rende merito ai coltivatori under 30 che decidono di non abbandonare l'Isola e dedicare la loro vita alla terra. C'è chi ha riavviato antichissime produzioni di famiglia, tramandate per generazioni, e chi si è scoperto agricoltore per passione, affacciandosi ex novo all'universo della coltivazione biologica e cambiando radicalmente vita. E poi un viaggio nella bellezza: dalla farmacia del borgo di Roccavaldina, con la sua piccola bottega ferma a 5 secoli fa dove, in soli 30 metri quadrati, si può ammirare uno dei più prestigiosi corredi farmaceutici esistenti al mondo, risalente al 1500. Cultura, bellezza e impegno. Per una Sicilia che cresce.

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