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“Er ballo della quarantena”, il brano prodotto da un messinese per esorcizzare la paura del virus

Max Dedo

Travolgenti sonorità merengue e un testo ironico per esorcizzare la paura della pandemia in atto, “Er ballo della quarantena” del duo romano Fantastic Fiatella (Emi Zapata e Luca Hunter), integrando sapientemente musica latina ed elettronica riesce a strappare più di un sorriso nella routine dell'isolamento domestico. Accompagnato da un divertente videoclip che in questi giorni ha superato le 60.000 visualizzazioni su YouTube - con semplici filmati di persone comuni che ballano sulle note del brano - il pezzo è disponibile sulle principali piattaforme e store digitali, per sostenere con i proventi della vendita l'Ospedale Spallanzani nella lotta al coronavirus.

Produzione e arrangiamento sono di Max Dedo (Massimo De Domenico), polistrumentista e cantautore messinese, collaboratore di Max Gazzè, Carmen Consoli, Daniele Silvestri e altri artisti di prestigio.
«Realizzare un brano capace di trasmettere allegria in questo periodo di morte e sofferenza ha rappresentato una vera sfida - ci ha detto De Domenico - per la tematica di dolore che si va a toccare. Il mio compito è stato quello di produrre ed arrangiare il brano, assemblando le tracce audio suonate direttamente da Emi e Luca nel mio studio di casa. Così, in maniera semplice, abbiamo dato vita a un progetto che speriamo possa dare risultati tangibili».

Il tuo percorso artistico inizia a Messina, ma negli anni si arricchisce di collaborazioni con artisti famosi...
«Ho iniziato giovanissimo nella banda musicale di Contesse e mi sono formato prima al Corelli, poi al Teatro La Scala e alla Scuola di Musica di Fiesole. Dopo gli studi sono arrivati tutti i musical tra gli anni '90 e 2000, come “Jesus Christ Superstar”, “Evita” e “A Chorus Line”. Ho debuttato in tv con “Novecento”, programma della coppia Baudo-Caruso, come membro dell'Orchestra della Rai e con Baudo ho lavorato anche a “Domenica In” e a Sanremo. Partecipare al Festival di Baudo, personificazione della tv italiana, ha rappresentato un sogno. Così come è stato un traguardo poter usufruire degli insegnamenti del maestro Pippo Caruso o collaborare con Peppe Vessicchio, entrambi impareggiabili. Dopo sono arrivate le collaborazioni con Max Gazzè, Carmen Consoli, Daniele Silvestri e altri artisti; rapporti importanti anche dal punto di vista umano. Credo che in ogni cantante si nasconda un grande artista che è possibile conoscere solo attraverso un contatto più confidenziale. Nel caso di Gazzè, ad esempio, ho capito che è un autentico antidivo per la grande disponibilità nei confronti della gente; cosa non facile, soprattutto nell'assedio del dopo concerto. Così come Carmen e Daniele Silvestri non si negano a nessuno».

Vivi a Roma ma hai lavorato anche nella tua città (ricordiamo la collaborazione con Rtp e Antenna dello Stretto nel programma del 2012 “Banda Radio Show”). Cosa mi dici a proposito?
«Quando studiavo in conservatorio Messina era più viva dal punto di vista musicale: c'erano valide orchestre e si facevano tanti concerti. Oggi non è rimasto quasi nulla di quel passato. Mentre la musica e l'arte in generale sono fondamentali, a mio avviso, anche nella formazione dei bambini, perché la musica educa a vedere le cose in un'ottica diversa, e quindi a comprendere il mondo in maniera più autentica».

Sei anche autore e interprete di brani originali. Qual è il tuo genere musicale?
«Faccio pop cantautoriale con influenze rock e dialettali; infatti utilizzo molto il messinese. Il mio primo disco, “Mi scialai” è piaciuto molto in Germania. Lì ho saputo che i brani del disco di maggior successo erano proprio quelli in messinese, “Mi scialai” e “Masculu latinu”. Probabilmente le nostre canzoni dialettali all'estero rappresentano una musica esotica, come per noi bossa nova, salsa e samba. Ho fatto anche un concerto a Berlino che è andato benissimo. Se canti in dialetto a Messina non piaci troppo; invece all'estero vanno pazzi per il messinese e il siciliano in generale».

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