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Teatro greco di Siracusa, l'Inda sospende ma non rinuncia

«La Fondazione Istituto Nazionale del dramma antico proverà fino all’ultimo a proporre un’offerta di spettacoli al teatro greco di Siracusa per il 2020». Il presidente dell’Inda, Francesco Italia, sindaco di Siracusa, chiarisce la decisione del consiglio di amministrazione all’indomani della pubblicazione del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per l’emergenza sanitaria in corso.

L’Inda ha infatti deciso di “sospendere” – in attesa di una ridefinizione del programma (come si può leggere sul sito) – le rappresentazioni classiche che erano in programma dal 28 maggio al 5 luglio (già la data iniziale, dei primi di maggio, era stata fatta slittare) al teatro greco di Siracusa. In cartellone le tragedie “Baccanti” (con la regia di Carlus Padrissa) e “Ifigenia in Tauride” (con la regia di Jacopo Gassmann), entrambe di Euripide, e la commedia “Le Nuvole” di Aristofane (regia di Antonio Calenda).

Solo qualche giorno fa si era dimostrato fiducioso il sovrintendente della Fondazione Inda, Antonio Calbi, per il quale la Fase 2 dell’Italia sarebbe dovuta ripartire proprio dalla cultura: «Siamo un teatro all’aperto e dunque immaginiamo prescrizioni diverse, forse meno rigide, rispetto a quelle per un teatro al chiuso, che ha pure l’aria condizionata» aveva detto Calbi. Ieri la Fondazione Inda ha precisato che sarà comunicato «quanto prima il nuovo calendario della Stagione 2020, che resta in via di definizione». Mentre «le attività didattiche destinate agli allievi dell'Accademia di Arte del dramma antico continueranno a distanza».

A chiarire la volontà del cda ci pensato il presidente Francesco Italia: «Sono fortemente convinto che le parole d’ordine della riapertura saranno coraggio e creatività, chiaramente nel rispetto delle norme. Ma proprio a partire dalla nostra capacità dovremmo provare ad immaginare, sia sotto il profilo dello spettacolo sia sotto il profilo del numero degli spettatori, delle strade nuove nell’ottica di provare ad offrire uno spettacolo al numero di spettatori che verrà stabilito non da noi ma dalle misure regionali e nazionali».

Il presidente Italia specifica che la Fondazione crede nella possibilità di continuare ad offrire cultura e tutto il cda «farà tutto quanto in proprio potere per offrire al pubblico consentito, fossero anche 500 persone (la cavea ospita anche 4 mila 500 spettatori), un’offerta di spettacolo sostenibile e proporzionata».

Appare chiaro che l’idea è quella di diversificare, probabilmente abbandonando i titoli scelti e le produzioni previste: «Non spettacoli con cinquanta attori sul palcoscenico ma sicuramente del livello a cui l’Inda ci ha abituato negli anni – tiene a precisare Italia – . Li definiremo piano piano, ci adatteremo. Per questo non parliamo di sospensione».

Lo scenario privilegiato, ed unico, resta quello del teatro greco ma la Fondazione Inda non vuole chiudere a nessuna possibilità: «Siamo resilienti, avendo la capacità di adattarci. Dobbiamo essere coerenti con le disposizioni e le regole sotto il profilo dei rischi al contagio e al tempo stesso sulla tenuta dei bilanci per la sostenibilità. Faremo di tutto per offrire al pubblico, anche di soli siciliani, se questa dovesse essere una delle opzioni, una grande offerta di spettacolo».

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