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Santa Teresa di Riva, donata una zanna di elefante al Comune ma è polemica

Una zanna di elefante confiscata nel 2016 a dei privati che la detenevano illegalmente sarà adesso esposta a Villa Crisafulli-Ragno a Santa Teresa di Riva. A riceverla in dono è stata ieri l’Amministrazione comunale, a cui l’ha consegnata il Tribunale di Messina dopo la richiesta inoltrata dal Comune.

“La zanna viene donata per fini meramente culturali e verrà esposta al Palazzo della Cultura - ha spiegato il sindaco Danilo Lo Giudice - ringrazio il dirigente amministrativo del Tribunale Antonino Ciccia e il giudice Salvatore Mastroeni che hanno accolto la nostra richiesta e il nostro consigliere Santino Scarcella insieme all’amico Santo Gaeta che hanno avuto questa bellissima idea: a loro va il mio grazie per aver concretizzato questa iniziativa che renderà questo bene nuovamente fruibile”.

Il primo cittadino ha pubblicato sulla sua pagina istituzionale anche una foto mentre tiene in mano la zanna. L’iniziativa non è però piaciuta a tutti e sono arrivate diverse critiche “Il messaggio positivo, di grazia, quale sarebbe? E i fini culturali? - chiede Domenico - sembrerà solo un triste trofeo appeso al muro: cosa cambia se in casa di un bracconiere o nella sede del Comune?”. Secondo Mario “non è un bel messaggio, soprattutto un ente pubblico, ‘capirei’ un privato”. “Povera bestia! Ucciso per una zanna!” commenta Annarita.

Lo Giudice ha quindi specificato che “non è stato ucciso nessuno, la provenienza è sconosciuta e si tratta di un reperto confiscato perché detenuto in maniera illegale da privati. I tribunali, anziché lasciarli nei depositi, li donano agli enti pubblici proprio per evitare il diffondersi di pratiche illegali e per dare un messaggio positivo che è quello che anche noi vogliamo fare, forse inizialmente non si era intuito e me ne scuso”. Poi il sindaco ha pubblicato la definizione di “avorio” che spiega come “numerosi musei di storia antica espongono zanne di elefanti o di altri animali e nell'esporle si spiegano le storie, perchè la storia non si può nascondere, il male fatto dall'uomo deve essere portato a conoscenza di tutti e spiegato. A primo impatto chiunque direbbe che è soltanto un trofeo, ma anche la sua esposizione può fare comprendere che dietro l'uccisione di quell'animale ci sono una serie di azioni che per la nostra società sono, e a ragione, criminali. Un istituzione ha questo dovere: fare conoscere la storia e ciò che di sbagliato ci può essere dietro quella storia”.

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