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A Siracusa "Le Baccanti" di Carlus Padrissa: a colloquio col fondatore de La Fura dels Baus

Al via sabato la 56esima stagione della Fondazione Istituto nazionale del dramma antico. Si inizia con Coefore Eumenidi di Eschilo per la regia di Davide Livermore

Saranno furiose, saranno furenti, saranno infuriate. Saranno rivoluzionarie. Le Baccanti di Carlus Padrissa coinvolgeranno il pubblico del teatro greco per la loro forza fisica e mentale. Ogni singolo spettatore entrerà a far parte dello spettacolo che il fondatore de La Fura dels Baus proporrà per la 56esima stagione della Fondazione Istituto nazionale del dramma antico. Si inizia sabato con Coefore Eumenidi di Eschilo per la regia di Davide Livermore, mentre domenica sarà il debutto per Baccanti di Euripide diretta da Padrissa.

La Fura arriva al teatro greco? Come procede?
«È tutto fantastico. Si lavora parecchio, anche se ogni tanto “me gusta la siesta”. Ma come dico io siamo in una fase di Deus ex machina. I greci avevano già inventato l’opera d’arte totale. E in seguito inventarono anche il Deus ex machina che, con le sue carrucole di legno, faceva volare gli attori trasformandoli in dèi».

Per la prima volta avremo un coro “sospeso”?
«Saranno 36 (a circa 20 metri di altezza ndr). Sicuramente ci piace recuperare la tradizione del teatro greco, del dio come Zeus, e anche Dionisio è un dio. Facciamo volare Dionisio e le Baccanti. Il Deus ex machina converte il teatro greco in un teatro sferico. Un quarto della sfera è occupato dal pubblico e gli altri tre quarti dagli attori e dall’immensità del paesaggio. Il teatro di Siracusa ha la dimensione perfetta. E faremo una prima mondiale: la sfera radiale, con i raggi ed al centro Dionisio. Rappresenta la psiche della mente che non si può controllare. La psiche non la controlliamo, è molto grande. Noi conosciamo la ragione che è una piccola parte della psiche».

Una settantina gli attori sul palco. E Dioniso sarà una donna, Lucia Lavia.
«Non è la prima volta. E neanche la seconda. Lo ha fatto Ingmar Bergman e sappiamo anche, dalla corifea Elena Polic, di una produzione di una piccola compagnia indipendente, cui lei ha partecipato nel 2001, dove Elisa D’Eusanio interpretava Dioniso. Forse la terza sarà la migliore».

Come sarà Lucia Lavia?
«Lei è particolare: ha preso un po’ dalla mamma, un po’ dal papà e un po’ è lei. Io le ho dato la libertà: siamo stati un anno in stand by e l’ho lasciata libera e lei ha lavorato molto. È una figura po’ folle, un po’ bambina. Le ho fatto l’esempio di Pippi Calzelunghe. Le ho detto di fare come lei».

La compagnia teatrale catalana, capace di riscrivere il linguaggio del teatro contemporaneo, è abituata a spettacoli ad effetto, che lasciano a bocca aperta. E per il teatro greco Padrissa ha pensato anche ad altre figure sospese.
«C’è un toro che trasporta Dioniso quando arriva a Tebe. L’occupazione dello spazio a 360 gradi. La montagna è il monte del rituale. Gli attori avranno un’interazione con il pubblico, scendendo dai gradini».

Sulla scena delle scritte: «È un albero genealogico. La gente non conosce la storia e dove sta Dioniso. È una mappa dell’Olimpo».
Il regista spagnolo porta in scena quasi 60 ragazzi dell’Accademia, di primo e soprattutto secondo e terzo anno.
«Posso dire che abbiamo un coro unico. Con musica elettronica e percussioni dal vivo degli studenti».
Saranno i tamburi di protesta della rivoluzione in Messico del 2019.
«Nell’estate 2019, la notizia delle proteste delle donne in Messico è apparsa nelle televisioni spagnole. Migliaia di donne contro il potere e i suoi abusi sessisti. È stato chiaro per noi: queste baccanti moderne ci stavano aprendo la strada. Per i costumi ci siamo ispirati a loro. La vita è effimera ma il teatro ci rende più forti per viverla».
Accanto a Dioniso, ci saranno Cadmo (Stefano Santospago) e Tiresia (Antonello Fassari). Infine Penteo (Ivan Graziano, ex allievo Inda), Primo messaggero (Spyros Chamilos, Francesca Piccolo); secondo messaggero (Antonio Bandiera, ex allievo Inda) e Agave (Linda Gennari), Le Corifee (Simonetta Cartia, Elena Polic Greco).
E questa mattina alle 11, a Palazzo Greco a Siracusa, sarà inaugurata la mostra “Orestea atto secondo. La ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa dopo la Grande Guerra e l'epidemia di Spagnola”. L’allestimento, con la supervisione di Davide Livermore, include uno Spazio del Tempo che consentirà allo spettatore di immergersi nell’atmosfera del Teatro Greco di cent’anni fa, grazie a un video realizzato da Alain Parroni che attraverso la realtà aumentate mette in movimento le immagini di Angelo Maltese. Curatrice della mostra è Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda.

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