Martedì 30 Aprile 2024

La rinascita dopo l'emergenza e il ritorno sulle scene... al teatro greco di Siracusa

Un salto nel passato per ricordare la nascita di un'istituzione ultracentenaria e chi la rese possibile. Una modalità nuova, multimediale, per far rivivere fotografie in bianco e nero conservate nei cassetti, che nell'allestimento a cura di Marina Valensise, con la supervisione di Davide Livermore, trovano vita nuova a Palazzo Greco. La mostra multimediale “Orestea atto secondo. La ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa dopo la Grande Guerra e l'epidemia di Spagnola” rappresenta la rinascita dopo l'emergenza sanitaria, il ritorno sulle scene. Sono riemerse, impolverate dagli archivi, fotografie d'epoca del siracusano Angelo Maltese (1896-1978), che riproducono lo spettacolo delle Coefore di Eschilo, messo in scena nel 1921 per la ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, avvenuta dopo un'interruzione di sette anni dalla prima stagione del 1914, a causa della Grande Guerra e dell'epidemia di febbre Spagnola. Foto in bianco e nero che riproducono uno spettacolo storico attraverso gli attori della compagnia Varini-Berti-Masi, le pose delle Coefore, coi lori cori affidati alle fanciulle siracusane, le immagini delle scenografie e dei costumi di Duilio Cambellotti. Testimoniano un'impresa straordinaria nata dalla lungimiranza di un gruppo di mecenati siracusani riuniti intorno ai fratelli Filippo e Mario Tommaso Gargallo di Castel Lentini. «Raccontiamo con materiali inediti d'archivio e le nuove tecnologie come la realtà aumentata, l'impresa storica di quel gruppo di mecenati illuminati, che riuniti intorno ai fratelli Gargallo di Castel Lentini, investirono in proprio per realizzare la rinascita del Teatro Greco producendo gli spettacoli teatrali tratti dai grandi autori classici, e gettarono la prima pietra di fondazione dell'Istituto del dramma antico, grazie al quale un'impresa privata divenne una tradizione ultracentenaria - ha spiegato Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda -. Siamo grati alla famiglia Gargallo di Castel Lentini, ai tanti amici siracusani, alle maestranze, ai lavoratori, agli artisti, agli allievi e ai docenti dell'Accademia del Dramma Antico, che oggi come allora si sono prestati a un'impresa corale che onora la città di Siracusa rinnovando il suo patrimonio universale di civiltà». La mostra è anche un pretesto per raccontare il modo di produrre uno spettacolo teatrale all'inizio del Novecento. L'allestimento, di Carmelo Iocolano ed Elena Servito, è suddiviso in tre sezioni. La prima dedicata ai protagonisti: il conte Mario Tommaso Gargallo di Castel Lentini; l'archeologo Paolo Orsi; il grecista Ettore Romagnoli; il compositore Giuseppe Mulè, autore delle musiche e dei cori delle Coefore ispirati ai nòmoi greci che erano sopravvissuti secondo Alberto Favara nei canti popolari siciliani; l'artista Duilio Cambellotti, autore delle scenografie e dei costumi. Coinvolti nella produzione i docenti e gli allievi della locale Scuola d'Arte applicata all'Industria per l'esecuzione dei bozzetti di Cambellotti, i sarti e i costumisti come Manrico Bonetti di Padova. In una seconda sezione l'esposizione su tre pannelli di 44 fotografie in bianco e nero, che riproducono le scene e i momenti salienti dell'atto secondo dell'Orestea, corredate ciascuna dalla traduzione dei versi di Eschilo. Infine entrando nello Spazio del tempo, il visitatore potrà assistere alla proiezione di un video su uno schermo a 180 gradi realizzato da Alain Parroni con Threeab per immergersi nell'atmosfera del Teatro Greco di cent'anni fa: le immagini del secondo atto dell'Orestea prendono i colori delle scenografie e dei costumi di Cambellotti, mentre gli attori del 1921, prendendo oggi le voci degli allievi dell'Accademia d'arte del dramma antico, cominciano a recitare alcuni dei versi di Eschilo, e iniziano a cantare i cori delle Coefore secondo la partitura originale di Giuseppe Mulé e sotto la direzione del maestro Marco Podda. Al termine del filmato, la voce di Stefano Santospago riproduce un brano del discorso pronunciato al Teatro Greco da Vittorio Emanuele Orlando, inviato del Governo Giolitti. “Cent'anni fa, come oggi, il secondo atto dell'Orestea segna il ritorno dello spettacolo in uno straordinario contesto archeologico, capace di far rivivere con emozione i testi che costituiscono l'inizio stesso del teatro nella nostra civiltà. Ciò dimostra quanto questa arte sia viva, vitale e necessaria” ha commentato il ministro della cultura, Dario Franceschini. All'inaugurazione intervenuti il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, presidente della Fondazione Inda, l'assessore comunale alla Cultura Fabio Granata, il sovrintendente della Fondazione Inda, Antonio Calbi e l'assessore alla Cultura e Spettacolo della Regione Liguria, Ilaria Cavo, che ha annunciato l'allestimento della mostra a Genova alla fine dell'anno prossimo. La mostra è aperta fino al 30 settembre 2022, tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. Il catalogo è pubblicato da Electa.

leggi l'articolo completo