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Pirandello e Sciascia figli della stessa terra. Ad Agrigento 2 giorni di studio e spettacolo

Due voci, due sguardi, ma un preciso debito linguistico e intellettuale che sarà analizzzato

Il secondo, Sciascia, non ci sarebbe stato senza il primo, Pirandello. Nasce da questa deduzione, che a sua volta si nutre della «assunzione di paternità» che il maestro di Racalmuto ebbe nei confronti del drammaturgo e premio Nobel di Girgenti, l’idea di costruire una sorta di corto circuito fra i due autori, pietre miliari del pensiero del Novecento grazie ai quali Agrigento è diventata un avamposto letterario internazionale. Senza contare il contributo alla lingua italiana – e a certi ambigui e paradossali contesti politici, sociali e familiari – dell’aggettivo «pirandelliano»: un debito linguistico e intellettuale che ancora oggi, e non solo in Sicilia, definisce e cristallizza, a volte per sempre, i contorni di vicende controverse e inspiegabili.

L’occasione sarà quella di “Pirandello e Sciascia, figli della stessa terra” (Agrigento, Villa Genuardi, 3 e 4 settembre), due giornate di incontri, studi e performance teatrali che, assieme a una mostra fotografica con gli scatti di Angelo Pitrone e una dozzina di immagini d’archivio della Soprintendenza vedranno ad Agrigento un nutrito parterre di intellettuali, storici, letterati e artisti. Da un’idea di Michele Benfari, Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, la manifestazione ha la direzione artistica di Salvatore Ferlita, critico letterario e docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università Kore di Enna, ed è realizzata con il contributo dell’assessorato regionale dei Beni Culturali e Identità Siciliana.

Si comincia venerdì 3 settembre, ore 18.30. Ad introdurre le due giornate di studi sarà Salvatore Ferlita con “Girgenti e Regalpetra, Spoon River mediterranee”, un’analisi comparata di alcuni paesaggi letterari e reali dei due autori dove si documenta il legame, prima intellettuale e poi affettivo ed esistenziale, di Sciascia con Pirandello. «Un legame molto personale, quasi viscerale – spiega il critico letterario – che spinse Sciascia in ogni momento della carriera di scrittore a tornare allo scrittore agrigentino, tanto da rivolgersi a lui, a un certo punto, chiamandolo “padre”.

A seguire lo scrittore e giornalista Roberto Alajmo ripercorrerà le tappe del rocambolesco rientro ad Agrigento delle ceneri di Pirandello, episodio ricostruito con sagace ironia nel volume omonimo arricchito dalle illustrazioni dell’artista Mimmo Paladino (ed. Drago, 2008). Quindi un recital con l’attore e regista Alfonso Veneroso che, accompagnato dal violoncello di Mauro Cottone, fra drammaturgie e saggi, proporrà un excursus fra le più significative pagine dei due autori. Infine, a cura di Stefano Milioto, presidente del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani, seguirà la presentazione della mostra fotografica “Pirandello e Sciascia, figli della stessa terra”: una rilettura di luoghi iconici dei due autori attraverso l’obiettivo di Angelo Pitrone.

In mostra, assieme a una dozzina di foto di Pirandello e famiglia provenienti dagli archivi della Soprintendenza, sono una trentina di scatti realizzati da Pitrone nei luoghi pirandelliani delle campagne del Caos e a Porto Empedocle; scorci di Racalmuto, cittadina che cento anni fa, l’8 gennaio 1921, diede i natali a Sciascia e infine una dozzina di intensi ritratti del “maestro di Regalpetra” realizzati da Pitrone negli anni Ottanta, alla Noce, la casa di villeggiatura dove hanno preso vita molte pagine dello scrittore politico «più influente e scomodo della seconda metà del Novecento».

Le giornate di studi a Villa Genuardi, dimora e giardino storico di Agrigento, già Hotel des Temples e oggi sede della Soprintendenza, proseguono sabato con la conversazione fra il critico letterario Massimo Onofri e il filosofo Alfonso Maurizio Iacono che, coordinati da Ferlita, dialogheranno sul tema “Un misteriosa combinazione. Pirandello, Sciascia e le radici telluriche della scrittura”. A seguire, con il commento sonoro del contrabbasso di Sandro Sciarratta, sarà di scena Gianfranco Jannuzzo con “La provincia dei destini incrociati”: una performance teatrale sulla rotta di un rigoroso quanto evocativo percorso tematico – le lucciole, il potere, il Risorgimento tradito, la luna, la mafia, la follia, l’infanzia e la morte – vede il popolare attore orchestrare un coro a due voci con brani dei due autori.

Il dialogo immaginario e impossibile tra i due grandissimi letterati siciliani continua. L’aveva già avviato Sciascia quando, nell’intervento commemorativo pronunciato a 50 anni dalla morte del maestro di Girgenti, affermava che «Tutto quello che ho tentato di dire è stato sempre, per me, anche un discorso su Pirandello». E quel “discorso” – dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – oggi va avanti anche attraverso le due giornate di studio organizzate nei luoghi che segnarono profondamente entrambi, dove il pirandellismo e la sicilitudine sono tangibili, vivi, attuali come le tematiche affrontate nei capolavori di entrambi: la condizione umana e sociale, l’impegno civile, la giustizia, l’isolamento, la ricerca della verità. Più che un omaggio letterario, la necessità di alimentare spirito critico e passione civica che i «figli della stessa terra» dovrebbero, tutti, coltivare.

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