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"Agamennone" apre la stagione Inda di Siracusa, finalmente il teatro sold out

Il "mondo sospeso" di Agamennone apre oggi la stagione teatrale della Fondazione Inda al teatro greco di Siracusa. Antica cavea sold out per la prima di Agamennone di Eschilo, per la regia di Davide Livermore nella traduzione di Walter Lapini. Così come del resto tutto esaurito anche domani per Edipo re di Sofocle firmato da Robert Carsen nella nuova traduzione di Francesco Morosi.

Al teatro greco ritorna la stagione di spettacoli classici, dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia, con una capienza di 4600 spettatori per 45 repliche delle tre tragedie (completa il cartellone dal 17 giugno Ifigenia in Tauride di Euripide, nella traduzione di Giorgio Ieranò, con la regia di Jacopo Gassmann).

Ed è già successo con circa 85mila biglietti venduti il giorno prima del debutto.
«Siamo molto contenti, soprattutto perché quest’anno ci sono tutte le condizioni affinché sia una stagione straordinaria - ha commentato il consigliere delegato Marina Valensise -. Ci sono registi di grandissima qualità e una grande sfida come il ciclo dell’Orestea. Una maratona speciale per l’intera trilogia di Eschilo che Livermore ha messo in scena con i tempi per lo spettatore di oggi». Livermore regalerà il 9 luglio la trilogia completa dell’Orestea di Eschilo, coprodotta dall’Inda e dal Teatro Nazionale di Genova: in una sola sera, uno dopo l’altro, i tre drammi Agamennone, Coefore, Eumenidi.

«E poi abbiamo il debutto di un grande regista come Robert Carsen. Sono molto grata alle nostre maestranze che sono i veri protagonisti della stagione teatrale dell’Inda: carpentieri, fabbri, fonici, sarte, costumisti che rendono possibile questo miracolo». Il consigliere Valensise ha ricordato che quest’anno «si alternano due spettacoli imponenti e ricordiamo la trasformazione del palcoscenico da una notte all’altra. Due spettacoli molto suggestivi e potenti che esaltano la dimensione unica del teatro greco millenario dove lo spettacolo è un rito comunitario. Entrambi restituiscono la potenza di Sofocle ed Edipo per l’uomo contemporaneo».

Ma la stagione Inda è tanto altro: «Mi piace ricordare la mostra multimediale Orestea atto secondo. La ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa dopo la Grande Guerra e l’epidemia di Spagnola aperta al pubblico a Palazzo Greco fino al mese di settembre. L'esposizione successivamente sarà in giro in altre città italiane».

Nel cast di Agamennone: Sax Nicosia (Agamennone), Laura Marinoni (Clitennestra), Stefano Santospago (Egisto), Linda Gennari (Cassandra), Maria Grazia Solano (Sentinella), Olivia Manescalchi (Messaggero), Gaia Aprea (Corifea), Maria Laila Fernandez, Alice Giroldini, Marcello Gravina, Turi Moricca, Valentina Virando (coro), Carlotta Messina e Maria Chiara Signorello (Ifigenia), Margherita Vatti (Elettra), Giuseppe Fusciello (Oreste), Diego Mingolla e Stefania Visalli (pianisti). Le scene sono di Livermore e Lorenzo Russo Rainaldi, i costumi di Gianluca Falaschi, le musiche di Mario Conte, il disegno luci di Antonio Castro, regista assistente è Giancarlo Judica Cordiglia, costumista assistente Anna Missaglia.

«Bentornata la socialità piena - ha commentato il sovrintendente Antonio Calbi -. Ne abbiamo un forte bisogno e il botteghino lo certifica. Abbiamo già venduto 85mila biglietti le prime repliche sono tutte sold out. Ogni sera avremo mille under 18, una presenza significativa di giovani. È una stagione speciale, testi molto trainanti e registi cosi diversi fra loro. E poi un cast di alta qualità ma anche con debuttanti: Edipo è forse uno dei più giovani di sempre. E poi la forza degli allestimenti scenici: la parete a specchio di Agamennone e la ciclopica scalinata di Edipo, un altro teatro che fronteggia la cavea con gli spettatori. Le tragedie parlano di guerre, violenze familiari o tra popoli e devastazione. Parlano di vittime. Riverberano di contemporaneo, si specchiano nel presente e noi ci specchiamo. Chiuderemo con le donne costrette alla fuga: le troiane ieri e le ucraine oggi. Prime vittime di una guerra scatenata dalla follia degli uomini».

Si tratta di Après les Troyennes, una creazione di teatro-danza del coreografo brasiliano Claudio Bernardo con la sua compagnia belga As Palavras che origina come omaggio all'allestimento delle Troiane di Euripide firmato dal regista Thierry Salmon nel 1988. Dopo le Troiane è stata la volta di infinite donne costrette alla fuga dalle loro patrie: l’altro ieri le donne irachene, poi le afghane, le siriane fino alle donne ucraine di oggi.

«È una stagione forte con tinte scure: il teatro serve a metterci di fronte ai nostri limiti e alle nostre cattive azioni e a farci pensare - continua il sovrintendente Calbi -. Temi duri ma il teatro è lo specchio delle società e “gli specchi non hanno bisogno di cornici” diceva Peter Brook. Ci viene messo davanti quello che facciamo di male e ci serve per capire che non lo dobbiamo fare. Il coro di Edipo ripete “L’arroganza crea il tiranno”. Quelle verità raccontate dai greci mai come oggi sono rivolte ai nostri contemporanei».

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