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Imprese e commercianti in pressing in Sicilia: "Aperture subito, siamo in ginocchio"

Le richieste del mondo imprenditoriale e commerciale contro il lockdown si fanno pressanti. Le categorie rimaste ancora ferme, dopo le parziali riaperture concesse dal Governo il 4 maggio, rischiano il tracollo.

Da qui la scena dell'esecutivo di accelerare ancora sulle riaperture: "Non c'è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c'è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori", ha sottolineato ieri il premier Giuseppe Conte nell'incontro con Rete Imprese Italia ribadendo la sua posizione: se i dati lo consentiranno, si potrà anticipare la riapertura di bar, ristoranti e negozi che era prevista per inizio giugno.

Ma le parole del presidente del Consiglio non devono ingannare: fino al 18 maggio, nonostante le fughe in avanti delle Regioni e le pressioni delle categorie produttive, molto probabilmente non cambierà nulla.

Anche se il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha avvertito: "sSulle riaperture non possiamo aspettare oltre. È opinione della maggior parte dei governatori (che oggi si riuniranno in videoconferenza, ndr) che occorra stabilire dei piani di riapertura regione per regione. Al Governo chiederemo domani di modificare il Dpcm per consentire alle singole regioni di presentare dei piani di riapertura già dalla prossima settimana".

Richieste pressanti che arrivano anche da Confcommercio Sicilia: "Non c'è più tempo da perdere - dice Francesco Picarella, presidente di Confcommercio Sicilia - bisogna riaprire subito in sicurezza e sostenere le imprese per sopperire ai mancati introiti attraversi la liquidità per le nostre aziende, la cassa integrazione per i nostri collaboratori e un fondo perduto per la ripartenza e la riapertura".

Riaprire subito i negozi e liberalizzare le vendite. È la proposta che arriva anche da Confimprese Sicilia. Scalpitano i commercianti, soprattutto il settore dell’abbigliamento, che chiedono, a tre giorni dall’inizio della fase 2, il via libera ad alzare le saracinesche subito e cominciare a vendere. Secondo Confimprese, le vendite dovrebbero ripartire alleggerite dalla burocrazia e dalla regolamentazione in fatto di promozioni e saldi.

«Attendere il 18 maggio per la riapertura non farà altro che aggravare ancor di più il settore - afferma Giovanni Felice, coordinatore di Confimprese Sicilia -. Non saranno pochi giorni a fare la differenza. Inoltre, chiediamo al presidente Musumeci che, dal momento della riapertura, i commercianti possano vendere liberamente, almeno per i prossimi sei mesi, senza la preoccupazione di applicare le ormai inadeguate norme e decreti che regolamentano in Sicilia le vendite promozionali e i saldi, una sorta di liberalizzazione delle vendite, con lo scopo di salvare almeno la prossima stagione estiva».

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