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Commercio, a Messina i negozi restano chiusi la domenica: grandi opere per il rilancio

Ieri quasi tutti gli esercizi commerciali di Messina sono rimasti chiusi. E il perché è facilmente spiegabile: in questo momento forse nessun negoziante può permettersi il lusso di pagare festivo e straordinari al personale. Ognuno avrà fatto le proprie valutazioni e avrà scelto la data più conveniente, tra i tre giorni, per sollevare la saracinesca.

E questo - analizza la Gazzetta del Sud in edicola - la dice lunga sulle difficoltà di un settore che ha disperato bisogno di rilanciarsi ma, nello stesso tempo, non può ancora programmare come fossimo in epoche normali. Già la crisi galoppante degli ultimi anni aveva e ha messo in ginocchio centinaia di aziende, il Covid-19 è stato uno tsunami che ha travolto tutto e tutti. Ripartire e ricostruire non è mai facile.

Eppure a Messina si sta cercando di fare tutto quello che era possibile fare, almeno stando alle competenze del Comune e al ruolo svolto dalle associazioni che rappresentano il comparto del commercio, dell’artigianato, delle piccole e medie imprese.

Ma si invoca ancora qualcosa in più, e ovviamente non solo da parte del Comune di Messina. Torna, infatti, la richiesta di un “Piano Marshall”, cioè di una serie di interventi e investimenti strutturali (e infrastrutturali) che non solo rappresenti una vera boccata d’ossigeno, ma che abbia l’effetto “choc” e segni una svolta, dopo decenni di più o meno lenta “agonia”. Un Piano, dunque, di grandi opere pubbliche – e qui torna in gioco il Ponte sullo Stretto, la madre di tutte le grandi infrastrutture – che serva anche da richiamo per investitori che intendono scommettere sul rilancio di questo territorio.

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