Lunedì 29 Aprile 2024

Energia, 4000 imprese siciliane al capolinea

Il caro-energia sta strozzando il tessuto imprenditoriale e in Sicilia la nuova crisi ha già irradiato i suoi effetti nefasti. Acciaierie Sicilia ha deciso di spegnere i suoi forni per 15 giorni, mettendo in cassa integrazione 500 operai. Ma la bolla energetica sta risucchiando anche le piccole imprese, come quelle aderenti a Fipe Sicilia, la federazione dei pubblici esercizi: spegneranno le insegne dalle ore 20 di giovedì 15 settembre. E lo faranno per protestare contro il caro bollette che sta mettendo in ginocchio la maggior parte delle attività, alcune delle quali hanno deciso di chiudere mentre la maggior parte si è vista costretta a rimodulare la propria operatività, serrando i battenti a pranzo, ad esempio, o tagliando parte del personale. Una situazione complessiva che ha le caratteristiche dell’emergenza, ancor di più perché all’orizzonte non si vedono spiragli volti a placare quella che si può definire una vera e propria tempesta perfetta. «Che ci porterà verso una direzione – ha affermato il presidente di Fipe Sicilia, Dario Pistorio – all’inaridimento della già problematica economia siciliana, alla perdita del lavoro per i collaboratori e i titolari d’azienda. Ma era questo quello a cui puntavamo dopo il Covid?». Pistorio ha presentato la manifestazione di protesta ieri mattina in conferenza stampa a Palermo nella sede di Confcommercio Sicilia. Assieme a lui anche Antonio Cottone, vicepresidente vicario, e presidente provinciale Fipe Palermo, Giovanni Trimboli, presidente del sindacato ristoratori della provincia di Catania, e Gianluca Manenti, presidente regionale Confcommercio Sicilia, che sta sostenendo la protesta. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina/Sicilia

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