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Carte truccate? E la Sicilia si scopre rossa di vergogna

Rosso: dovrebbe essere questo il colore della nostra regione. Rosso, di vergogna. Non è facile oggi prevedere come andrà a finire la nuova guerra sulla Sanità siciliana innescata dall’esplosivo audio in cui il potente dirigente generale della Pianificazione strategica, il vero braccio destro dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, ne ha dette di tutti i colori nei confronti di dirigenti e manager delle aziende sanitarie “rei ”, a suo avviso, di non voler mollare posti letto dai reparti ordinari.

Lo scenario che esce fuori da quelle dirompenti parole rimaste impresse sul mezzo più utilizzato, e pericoloso, che ci sia oggi al mondo (WhatsApp), è deprimente, desolante, offensivo nei confronti di tutto il popolo siciliano. Mario La Rocca e lo stesso Razza ieri ne hanno chiarito il senso e hanno respinto ogni accusa o strumentalizzazione. Così come ha fatto il governatore Musumeci.

Ma ai profani, a tutti noi che viviamo giorno dopo giorno questa pandemia senza fine, a tutti coloro, soprattutto, che operano sul fronte e a chi ha vissuto o sta vivendo sulla propria pelle gli effetti di questo tsunami chiamato Covid-19, sentir parlare di posti letto “gonfiati”, di “morti e feriti” sul terreno di una indecorosa battaglia tra dirigenti e primari ospedalieri, suona come uno schiaffo alla dignità e alla decenza.

Posti letto “gonfiati” o da “gonfiare ”, per evitare la retrocessione della Sicilia dalla zona arancione a quella rossa? Vi rendete conto di cosa si sta parlando? Ma cosa è diventato il coronavirus? Un gioco? E riavvolgendo il nastro, torniamo indietro alla stucchevole polemica sui vaccini tra l’ematologo Crisanti e il direttore dell’Iss Locatelli, e tra i virologi di ogni genere, ognuno a dire e contraddire l’altro, in un rimando di voci che sembrano più incomprensibili dei linguaggi che si parlavano nella Torre di Babele.

Non c’è regione italiana che non abbia avuto i suoi “casi”, i suoi scandali, le sue inchieste sulla gestione sanitaria dell’emergenza. Poteva rimanere indenne la Sicilia? Ma è da mesi che isolate “cassandre ” profetizzavano sui rischi ai quali si stava andando incontro, per disorganizzazione, spesso per assoluta incompetenza di certi dirigenti messi alla guida delle Asp provinciali o di importanti aziende ospedaliere. E di una cosa siamo certi: non fare chiarezza, agire nell’ombra, truccare le carte, se davvero lo si è fatto, è un gioco che alla fine viene sempre smascherato.

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