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Giovani e nichilismo, un incontro a Messina: coinvolti oltre 600 studenti

"Una società che fa a meno dei giovani, può avere un futuro?" Con questo interrogativo Umberto Galimberti, filosofo, antropologo, sociologo, psicologo e giornalista, ha concluso la sua riflessione su “Il disagio giovanile nell’età del nichilismo”.

Gremita la platea del palacultura “Antonello”, con oltre 600 studenti provenienti dagli istituti superiori “Maurolico-Galilei”, “La Farina/Basile”, “Seguenza”, “Archimede”, “Verona Trento”, “Ainis”. Di fronte ad un uditorio attento e coinvolto, il grande filosofo e piscoanalista si è soffermato sul concetto di “nichilismo attivo” al centro del suo ultimo libro.

Il nichilismo, la negazione di ogni valore che Nietzsche chiama “il più inquietante fra tutti gli ospiti” si aggira tra i giovani li fa vivere in una costante assenza di futuro, senza uno scopo, scriveva Galimberti nel volume “L’ospite inquietante” del 2008. Oggi cosa è cambiato? Poco, ma per fare qualcosa bisogna prima prendere coscienza dell’attuale condizione antropologica. Il “nichilismo attivo” caratterizza quei giovani che ripartendo da questa consapevolezza cercano differenti modi possibili di essere al mondo insieme agli altri, senza smettere di sognare e desiderare. Galimberti si è soffermato sul ruolo della famiglia e soprattutto della "scuola contemporanea che si limita a istruire, e non ad educare e andrebbe radicalmente riformata".

L'approfondimento sul prossimo numero di Noi Magazine.

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