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Il movimento di Accorinti "Messinaccomuna" contro il vicesindaco: "Deve dimettersi"

Renato Accorinti

Il vicesindaco Salvatore Mondello deve dimettersi. A chiederlo, con una nota di “esordio”, è il nuovo movimento dell’ex sindaco Renato Accorinti, “Messinaccomuna”, che punta il dito sulla vicenda che vede Mondello condannato in appello a due mesi (pende un ricorso in Cassazione) per aver firmato nel 2012, secondo i giudici, una perizia falsa giurata riguardo ad un progetto edilizio a Zafferia.

“Un caso giudiziario che non può essere sminuito - si legge nella nota - perché anche politicamente rilevante. Il riferimento è alla condanna in secondo grado dell’attuale vicesindaco Salvatore Mondello, per 'falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico', che se non rientra tra le cause di incompatibilità dell’incarico, è nei fatti incompatibile con quell’ideale di onestà sbandierato dall’attuale amministrazione. È un cortocircuito quello che registriamo, con il Comune che si costituisce parte civile in un processo contro 'se stesso', dal momento che Mondello è assessore all’Urbanistica, dunque direttamente coinvolto nella vicenda giudiziaria. Sarebbe quindi un atto di responsabilità (quella più volte invocata dal sindaco Cateno De Luca) rimettere l’incarico in un assessorato chiave per le sorti future della città. Un posto delicato in cui siamo passati dall’avere un assessore come Sergio De Cola capace di far desistere il mafioso che lo ha trovato 'impermeabile' (il riferimento è all’inchiesta Beta che proprio in questi giorni ha visto la condanna di 19 appartenenti alla cellula dei Santapaola a Messina) ad un assessore capace di produrre false attestazioni in atti pubblici".

"Messinaccomuna, facendosi portavoce di quei cittadini che credono nelle Istituzioni e nel valore della politica, alla luce di una certezza anche giudiziaria, chiede quindi le dimissioni del vicesindaco: unico risarcimento possibile per chi con il proprio comportamento, continua a generare nei cittadini sfiducia verso le istituzioni”, si conclude la nota.

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