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Messina, nasce il comitato “Apriamo lo Stretto”

Paolo Barbera

"I recenti fatti politici relativi alla promulgazione del ddl 132/2018 (disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale, immigrazione, sicurezza pubblica), hanno infiammato il dibattito nazionale causando un vero e proprio scontro istituzionale tangibile su tutti i livelli territoriali. Molti sindaci nelle ultime ore hanno sospeso in autotutela le misure prodotte dal decreto in attesa di conoscere l’esito degli approfondimenti giuridici chiesti per comprendere se e quali violazioni potrebbero derivare dall’applicazione del testo", è quanto si legge in un comunicato di Paolo Barbera, ex consigliere della Quarta Circoscrizione di Messina.

Sulla scia di una protesta che si sta affermando in un modo del tutto spontaneo su tutto il territorio nazionale, è stato costituito il comitato "Apriamo lo Stretto" che vedrà Barbera come portavoce. "Quest’oggi - dice - lanciamo un appello a tutti: donne, uomini ed associazioni che abbiano voglia di spendersi al nostro fianco al fine convincere gli organi di governo della nostra città (Consiglio Comunale, Giunta e Sindaco) a sospendere immediatamente gli effetti del decreto 132 ed aderire a questo movimento di protesta nei confronti delle politiche scellerate di questo governo in materia di accoglienza. Non possiamo far sì che la nostra città sia succube o complice di queste nefandezze che di fatto ledono i diritti umani fondamentali riconosciuti a ciascun individuo. Pertanto sentiamo il bisogno di dover intraprendere questa battaglia di civiltà, senza bandiere e senza colori ma con un unico obiettivo: costruire una società più giusta ed equa per tutti. La storia della nostra città ci insegna che aprire le nostre vite a culture diverse, equivale ad un percorso di crescita sociale e collettiva per un’intera comunità. Siamo solidali – dichiara Barbera – con tutti quei sindaci, amministratori che in questi giorni, in queste ore stanno prendendo posizione sull’attuazione di questi “dis”-umani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra. La negazione dell’iscrizione anagrafica crea fantasmi e produce l’illegalità che il governo dichiara di voler combattere".

È già stata avviata sui social la petizione da poter firmare, in seguito sarà avviata nelle piazze della città e richiesta un’interlocuzione con il sindaco e la giunta.

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