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Chiude la tonnara di Favignana, è polemica col Ministero sulle quote

Tonnara Florio di Favignana

«Contavamo di ottenere cento tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, settanta. Invece la quota assegnata dal ministero è di sole 14 tonnellate. Non voglio fare polemica, dico solo che se questo è il metodo della politica per sviluppare il Mezzogiorno possiamo chiudere bottega». E’ lo sfogo dell’imprenditore Nino Castiglione, che in due anni ha investito 700mila euro nella tonnara a Favignana. E visto che il progetto così è diventato finanziariamente insostenibile annuncia «con grande dispiacere e profonda amarezza» che la struttura «sta chiudendo i battenti con la «sospensione dell’attività».

«Su Favignana sono disponibile a parlare ovunque e con chiunque ma partendo da dati oggettivi e non falsità come ho letto in questi giorni», scrive su Twitter il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. «Il calo della tonnara - spiega l’imprenditore Castiglione - coinvolge, oltre l’indotto, 40 unità lavorative, nonché l'impiego di imbarcazioni e reti». «Un imprenditore che investe centinaia di migliaia di euro - è la sua analisi - ha piena consapevolezza dei rischi che corre, ma può sopportare quelli imprenditoriali non quelli di una politica incapace di sostenere chi decide di creare sviluppo e salvaguardare le tradizioni di un territorio». «Un solo errore» però ammette di averlo commesso: «Credere nella buona fede della politica».

Le numerose telefonate di solidarietà ricevute dai politici e le polemiche sulle responsabilità non interessano a Castiglione: "Io non appartengo a nessuno - ribadisce - sono qui e attendo un ripensamento della ripartizione delle quote. Il danno economico è già compiuto. Per quest’anno chiudiamo i battenti, non si possono buttar via centinaia di migliaia di euro in assenza di certezze».

La vicenda, che era stata sollevata ieri con un duro attacco alla Lega e al sottosegretario Franco Manzato da parte del coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, suscita contrastanti reazione nel mondo politico. Il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo del M5s sostiene che «il decreto del sottosegretario alle politiche agricole Manzato non consente effettivamente alla tonnara di piazzarsi nuovamente sul mercato». Per questo dalla prossima settimana si attiverà affinché «torni ad essere il fiore all’occhiello nella pesca del tonno rosso nel Mediterraneo». Una posizione contestata da Manzato che parla di «strumentalizzazioni».

«Chi ha attaccato il mio provvedimento ha detto che a Favignana erano state assegnate (o promesse?) più di 40 tonnellate. Questo è semplicemente falso. Quella cifra è inventata: dove l’hanno letta? Se qualcuno gliel'ha garantita ha commesso un abuso». Il deputato del Pd Carmelo Miceli parla di «decreto killer», chiede al «ministro Centinaio di tornare indietro» e si interroga sul «silenzio del ministro Di Maio».

Netta la posizione del governatore Nello Musumeci: «Non ci sto! - afferma - Ho già chiesto al ministro Centinaio di fissare un Tavolo tecnico a Roma per riesaminare il decreto di assegnazione delle quote tonno». La neo eurodeputata della Lega eletta in Sicilia, Francesca Donato, replica invece alle accuse del presidente dell’Ars e leader di Fi in Sicilia Gianfranco Micciché.

«Le sue argomentazioni - sostiene - sono inconsistenti: la tonnara fu chiusa pochi mesi dopo la fine del Governo Berlusconi III, in cui Miccichè era sottosegretario allo Sviluppo. Nel 2007 vi fu l’ultima mattanza. Oggi il provvedimento del sottosegretario Manzato consegna a quella tonnara quote di pesca che altrimenti non avrebbe avuto affatto, peraltro suscettibili di incremento tramite cessione delle quote sarde, in virtù di un recente provvedimento dello stesso sottosegretario».

Legacoop con il presidente Filippo Parrino interviene sul decreto ministeriale che assegna solo 14 tonnellate alla tonnara di Favignana. "Il decreto che regola le quote Tonno è una beffa per tutti i siciliani - dice - Chiediamo il ritiro o l’immediata rivisitazione delle quote". Secondo Parrino "la Tonnara di Favignana non può mendicare quote da altre tonnare fisse. Le 14 tonnellate di tonno all’impianto siciliano, non sono una conquista o una garanzia come afferma il Ministro, ma una condanna verso la chiusura nei confronti di chi come l’azienda Castiglione che ha investito sulla tonnara, con queste quote non sarebbe in grado né di recuperare le spese né di reggere i costi. L’economia dell’isola non può sopportare ulteriori decisioni che non sono condivise neanche dal governo regionale. La riapertura della tonnara di Favignana ha creato immediatamente un aumento di occupati e un indotto produttivo ma in questo modo si rischia solo di andare indietro".

 

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