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Antimafia, Fava a Messina: "Città con ruolo centrale nel traffico di droga"

Claudio Fava

«Emerge un quadro che forse non ha nessun elemento di novità rispetto a quello emerso in questi mesi dalle indagini della polizia giudiziaria che si sono concluse, ma ci sono elementi di preoccupazione su diversi fronti». A dirlo Claudio Fava, presidente della commissione parlamentare all’Ars, a Messina, in prefettura, dove l’organismo ha incontrato il prefetto, i vertici di forze dell’ordine e magistratura.

«Il termine di borghesia mafiosa definizione antica - ha detto - che qui ho sentito riproporre da alcuni dei nostri auditi, è uno snodo fondamentale perchè la mafia si possa fare anche imprenditrice, investire, riciclare, entrare nei circuiti legali dell’economia ed è quello che è accaduto e che sta accadendo anche sui Nebrodi quando c'è da intercettare il flusso di finanziamenti europei. Che in questa città ci sia una borghesia mafiosa che negli anni che si è resa disponibile è un fatto che ci è stato confermato e si aggiunge a segnali preoccupanti».

«La conferma è che continua ad esserci una forte attenzione di un pezzo della politica di ricerca di consenso con ogni mezzo e quindi anche rapporti di scambio elettorale politico mafiosi, inoltre questa comincia ad essere una città centrale dal punto di vista delle rotte nel traffico di stupefacenti un tempo era luogo di smistamento, un porto. Adesso è luogo anche di organizzazione, di consumo e vendita anche con delle rotte che, senza intermediari, portano direttamente a Messina dai paesi di produzione e questo è un elemento di grande preoccupazione».

«L'altro elemento - afferma Fava - è una forte presenza delle famiglie mafiose catanesi, in particolare della famiglia Santapaola collegata ai Romeo, e poi gli Ercolano, i Cappello, cioè è una sorta di territorio sul quale la presenza e l’autorevolezza anche dal punto di vista dell’egemonia della mafia catanese continua ad essere un dato di fatto».

A preoccupare è anche il lungo iter per la realizzazione di un nuovo palazzo di giustizia: «Di fronte a carenze strutturali che ci sono state sottoposte - spiega Fava - c'è l’antica querelle del nuovo palazzo di giustizia che ci auguriamo non debba collezionare un’altra serie di rinvii e che possa risolversi rapidamente. C'è un arretrato pesante intorno al 38% a Barcellona e Patti in termini di processi che si concludono per prescrizione e 122 richieste di custodia cautelare in sospeso che devono essere esaminate per reati legati al traffico di droga, siamo di fronte ad un lavoro determinato ed eccellente della magistratura e di debolezza strutturale che riguardano anche la pianta organica».

«Bisogna considerare che Messina sta diventando luogo di investimento mafioso in cui politica e mafia continuano a trovare un luogo di terreno di incontro virtuoso, l’economia è sempre più alla mercè di questo investimento e quindi bisogna avere strutture investigative giudiziarie che anche sul piano materiale siano in condizione di potere fare fronte a questa emergenza».

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