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Stadio e concerti a Messina, il cortocircuito del Comune

Il Comune di Messina ha fatto una scelta. Basterebbe dire questo, per spiegare perché Messina rinuncerà non solo a due eventi musicali, ma a tutto ciò che ruota attorno ad essi. Il no alla richiesta di rinvio al 2021 dei concerti di Tiziano Ferro e Ultimo, previsti il 27 giugno e il 15 luglio di quest'anno e saltati per via dell'emergenza coronavirus, è figlio di un cortocircuito, di una delle tante storie di lentezze burocratiche tipiche del palazzo, nel quale adesso l'amministrazione comunale è rimasta incastrata. Ed è figlio, soprattutto, di una scelta, ma fatta a metà: puntare sull'affidamento pluriennale degli stadi per rilanciare il calcio messinese, ma con una convinzione tale da tenere per mesi dentro un cassetto un bando di cui ancora non c'è traccia ufficiale.

Dire no a concerti che, al di là di quanto può o meno guadagnarci l'ente, creano un indotto occupazionale ed economico per milioni di euro in tutta la città, è talmente illogico da rendere impossibile pensare che alla base non ci sia una motivazione. E la motivazione è stata messa nero su bianco dal dirigente: «è in itinere la procedura di evidenza pubblica per l'affidamento in concessione della gestione dello stadio Franco Scoglio» e la gara che dovrà svolgersi «rende impossibile per questo Comune assumere vincoli contrattuali per eventi da programmarsi nell'anno 2021». Il timore di Palazzo Zanca, in altri termini, è che nessun papabile concessionario si presenterebbe alla gara, sapendo già che per un mese non potrà usufruire dello stadio. Ma il punto è un altro: in itinere non c'è ancora nulla, perché quel bando non esiste.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

 

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