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Messina fuori dalla Fondazione TaoArte, formalizzata l'esclusione dall'ente

Alla fine l'ha avuta vinta il sindaco Cateno De Luca. Che dopo aver provato per ben due volte, nel marzo 2019 e poi di nuovo a dicembre, a far votare al consiglio comunale la fuoriuscita dalla Fondazione Taormina Arte, ha capito che non fare, anziché fare, avrebbe prodotto più risultati. E così, nonostante proprio il Consiglio abbia ribadito in due occasioni che no, il Comune di Messina non avrebbe dovuto abbandonare TaoArte, adesso l'esito è stato proprio quello. Senza che ci fosse bisogno di un atto o una delibera. Insomma, un “delitto perfetto”.

La decisione, indotta dal silenzio messinese, l'ha assunta il 3 giugno il commissario della Fondazione, Bernardo Campo, dopo che era andata a vuoto l'ennesima sollecitazione scritta, inviata a Palazzo Zanca (al sindaco, ma anche ai consiglieri comunali) il 27 aprile. Trascorsi 30 giorni, l'esclusione di Messina è divenuta cosa fatta. Ma cosa chiedeva Campo? Che il Comune rispettasse quanto previsto dallo Statuto della Fondazione, ossia che compartecipasse alla costituzione del patrimonio di TaoArte, conferendo un immobile. Inizialmente avrebbe dovuto essere “l'ex ospedale di isolamento” di Giostra, poi ci furono dei ripensamenti, nel mezzo ci sono stati i 120 mila euro stanziati nel 2017 dall'amministrazione Accorinti. Poi è arrivato De Luca, il quale ha sempre sostenuto che si sarebbe dovuto mettere un punto agli esborsi economici e finanziari del Comune per TaoArte, paventando persino il rischio di un danno erariale.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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