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Milazzo, silenzio della Regione sulla raffineria: i sindacati pronti alla mobilitazione

Cresce la tensione alla Raffineria di Milazzo. Il silenzio del presidente Musumeci sulla vertenza aperta ormai da quasi sei mesi e soprattutto il mancato riscontro alla richiesta dei segretari generale di Cgil-Cisl e Uil di un incontro per affrontare la questione delle restrizioni imposte dal Piano della qualità dell'aria, accresce la preoccupazione delle maestranze ma anche degli stessi sindacati, preoccupati nel dover gestire, da qui a qualche mese, una situazione davvero esplosiva. Sotto accusa tutto il governo regionale dopo che l'assessore Cordaro ha in pratica congelato la questione, ignorando che è aperta la proceduta dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale), che in assenza di fatti nuovi, potrebbe limitare al massimo la produzione dell'azienda petrolifera con conseguenze anche sull'occupazione.

«La chiusura del Governo regionale a qualsiasi modifica dello stesso Piano regionale mette a rischio tutte le raffinerie siciliane, compresa quella di Milazzo che, oggi, rappresenta una realtà industriale che ha realizzato e programmato ingenti investimenti per coniugare industria ed ambiente» - affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina, Giovanni Mastroeni, Nino Alibrandi e Ivan Tripodi -. Siamo pronti, in assenza di una convocazione immediata, ad avviare la procedura prevista dalla legge per la mobilitazione dei lavoratori per contrastare il silenzio del presidente della Regione alla richiesta di incontro inoltrata lo scorso 25 giugno. «E grave - concludono Mastroeni, Alibrandi e Tripodi - è anche il silenzio dei deputati regionali e nazionali. Da loro ci aspettiamo una pesante presa di posizione a tutela del lavoro e dello sviluppo sul territorio».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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