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Limoni, produzione a rischio in Sicilia a causa del "mal secco": mozione di Attiva Sicilia all'Ars

Una malattia fungina, il “mal secco”, rischia di mettere in ginocchio il comparto produttivo di limoni in Sicilia. Ad essere colpite sono soprattutto le varietà qualitativamente migliori provocando una diminuzione della produzione e, a volte, la morte della pianta. Una tegola per tanti agricoltori siciliani che hanno puntato sulla limonicoltura, settore in forte crescita negli ultimi anni grazie ai riconoscimenti Igp e ad alcuni accordi con l’agroindustria. Per questo il gruppo di Attiva Sicilia ha presentato una mozione all’Ars, a firma dei deputati Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Elena Pagana e Sergio Tancredi, per impegnare il governo regionale e l’assessore all’Agricoltura ad adottare le iniziative inserite nella “Proposta di un piano straordinario per il contrasto del malsecco degli agrumi” redatta dal Gal Terre di Aci in collaborazione con i Gal Etna Sud, Etna Alcantara, Natiblei, Eloro e Metropoli Est.

La proposta prevede una serie di iniziative di sostegno al reddito degli imprenditori ma anche di contrasto della malattia per evitare che si formino focolai di diffusione, come per esempio l’uso del rame e dei suoi composti per la lotta alla fitopatia dopo il rinnovato via libera dell’Ue. Nel Psr Sicilia è prevista una sottomisura, 5.2 “Investimenti per il ripristino di impianti arborei danneggiati da fitopatie”, che prevede incentivi per la ricostituzione di impianti arborei danneggiati ma lo strumento risulta inefficace per una serie di criticità: “Benché la misura sicuramente rappresenti un aiuto per i limonicoltori – si legge nella mozione di Attiva Sicilia - che potranno sostituire una pianta malata con una sana, essa si dimostra inefficace alla prevenzione e contrasto della causa infestante che determina la moria delle piante. L’azione, inoltre, non interviene a sostegno dei maggiori costi di produzione, sostenuti dall’agricoltore a causa dei trattamenti contro il mal secco, che pertanto perde di competitività. Infine, poiché i beneficiari della misura sono solo gli imprenditori agricoli ciò non permette ai proprietari (non imprenditori) di limoneti infetti di godere di aiuti speciali per l’eliminazione delle piante malate, lasciando così dei pericolosi focolai di contagio per chi coltiva limoni nei territori limitrofi”.

Il mal secco è una malattia provocata dal fungo tracheomicotico Plenodomus tracheiphilus (ex Phoma tracheiphila). L’agente patogeno avvia il processo infettivo penetrando nell’ospite attraverso ferite provocate da eventi meteorici quali forti venti e grandinate che si realizzano sulla chioma nei periodi umidi e piovosi, raggiungendo lo xilema e causando l'avvizzimento dei rami, provocando perdite di produzione e nei casi più gravi la morte delle piante.

La Sicilia occupa un posto di rilievo nella produzione mondiale degli agrumi detenendo quasi il 2% della produzione e circa il 60% di quella nazionale. La superficie agrumicola siciliana si ripartisce per lo più tra le colture dell’arancio (68,0%) e del limone (22,7%). L’Isola, con 13.670 ettari coltivati a limone, è la regione dove si concentra più del 92% della superficie limonicola italiana, diffusa principalmente negli areali costieri delle province di Siracusa (36%), Catania (23,2%), Messina (20,1%) e Palermo (14,9%).
L’agrumicoltura ha rappresentato nel recente passato uno dei principali settori dell’intera produzione agricola regionale sia in termini di produzione che di redditività, che ha subito, però, sin dagli anni ‘80 un brusco rallentamento delle redditività delle colture sia per mancati investimenti in innovazione, principalmente di processo, che hanno reso meno competitive le nostre colture in un contesto sempre più globalizzato. Il settore dell’agrumicoltura siciliana non è rimasto comunque con le mani in mano e, grazie a sinergie tra gli attori istituzionali e le categorie produttive, si sono poste le basi per la valorizzazione ed il rilancio dell’agrumicoltura di qualità nella nostra regione principalmente attraverso l’impegno profuso per il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta, Igp, di alcune pregiate varietà regionali come il Limone di Siracusa, il Limone Interdonato di Messina e per ultimo il Limone dell’Etna.

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