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Migranti, il Tar sospende l'ordinanza di Musumeci sulla chiusura degli hotspot

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

Il primo round sullo 'scontro istituzionale' con la Regione siciliana va al governo Conte. A poche ore dal ricorso, il Tar di Palermo, ha accolto l’istanza cautelare e ha sospeso l’esecutività del contestato decreto del governatore, Nello Musumeci, che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull'isola.

La camera di consiglio, come stabilito dalla presidente della terza sezione Maria Cristina Quiligotti, si riunirà il 17 settembre prossimo, nonostante l’ordinanza scada il 10 settembre. Immediata la reazione al vetriolo di Matteo Salvini, che attacca il giudice: «Ennesima vergogna italiana, governo e 'giustizia' spalancano porti e porte ai clandestini. Dalla Lega massimo sostegno a Musumeci e ai siciliani».

E avverte: «Tutti i nostri sindaci e governatori sono mobilitati per evitare qualsiasi nuovo arrivo di clandestini che ormai non sono più solo un problema economico e sociale ma anche sanitario». Sugli scudi anche Musumeci: «Quella adottata dal magistrato del Tar di Palermo è una decisione cautelare che non condividiamo e che è stata assunta senza neppure ascoltare la Regione, come può essere concesso a richiesta della parte e come noi abbiamo formalmente chiesto, non avendo potuto depositare le nostre difese».

Sospendendo l’ordinanza, il Tar di Palermo avverte che «le misure adottate con il provvedimento impugnato non possono ritenersi rientranti nell’ambito dell’esercizio dei poteri delegati dall’autorità del governo centrale, in mancanza delle predette necessarie previe direttive in materia». Non solo. Il giudice entra nel merito di quanto sostenuto da Musumeci che difende il suo provvedimento.

Il «soggetto attuatore delle misure emergenziali connesse allo stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei ministri» per il Covid-19, scrive il giudice, «opera sulla base di specifiche direttive impartite dal Capo del Dipartimento della protezione civile». «Le misure adottate con l'impugnato provvedimento - aggiunge il Tar - sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle Regioni», anche se «disposte con la dichiarata finalità di tutela della salute in conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale».

Anche perché, rileva il giudice amministrativo, «involvono e impattano in modo decisivo sull'organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio nel territorio italiano, che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato» e, «peraltro, sono certamente idonee a produrre effetti rilevanti anche nelle altre regioni e, quindi, sull'intero territorio nazionale, nel quale dovrebbero essere trasferiti, nell’arco delle 48 ore decorrenti dalla pubblicazione dell’ordinanza, i migranti allo stato ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza insistenti sul territorio regionale».

Intanto la nave quarantena Aurelia, che ieri ha caricato 273 migranti 60 dei quali positivi al Coronavirus, si è allontanata dalla costa di Lampedusa (Ag) ed è in navigazione verso il porto di Trapani. E’ ancora in porto, a Cala Pisana, invece, la nave quarantena Azzurra che ha complessivamente imbarcato 575 migranti negativi e 15 positivi.

Fra ieri e oggi hanno lasciato l'isola 848 persone e nella struttura di primissima accoglienza di contrada Imbriacola dovrebbero essere rimaste poco meno di 300 persone, rispetto ai 1.400 dei giorni scorsi. Dopo 48 ore di stop per il mare grosso, a Lampedusa, è sbarcato un gruppo di 31 tunisini bloccato lungo le strade del centro di Lampedusa. I migranti sono sbarcati a Cala Madonna e subito si sono diretti verso il centro urbano.

Sono stati portati nell’hotspot dove verranno sottoposti al tampone anti-Covid prima di poter pianificare il loro trasferimento. All’esterno della struttura è stata montata una tenda per la vestizione e decontaminazione degli operatori dell’Asp che effettuano i tamponi ai migranti. Martedì arriverà proprio a Lampedusa la task force di esperti nominata dalla Regione per verificare gli oltre 40 centri di accoglienza censiti in Sicilia.

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