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Blocco della pagina Facebook di De Luca: "Non temiamo intimidazioni"

Il sindaco di Messina Cateno De Luca torna a parlare del presunto “blocco” da parte di Facebook della sua pagina. "In primo luogo è bene precisare che  - dice il primo cittadino - quello che si è verificato è la conseguenza di un automatismo per il quale Facebook attua una misura di “raffreddamento” di qualsiasi possibile tensione che si verifichi fra i suoi utenti. Contrariamente a quanto riportato da alcuni siti online, non esiste alcun servizio telefonico che abbia contattato l’utente che aveva lamentato la natura asseritamente sessista del mio commento, e men che mai esiste un servizio grazie al quale un ipotetico mr. Facebook chiami un utente chiedendogli se è “soddisfatto” della misura adottata".

"Questa è una ricostruzione dei fatti del tutto priva di qualsiasi aderenza alla realtà - continua -, frutto di una palese mistificazione dei fatti di cui questi sedicenti segnalatori sono divenuti ormai maestri indiscussi. Ciò che è avvenuto è dunque molto semplice e banale. Un gruppo di persone ha, ormai da tempo, registrato una pagina Facebook nella quale gli iscritti si divertono a dileggiare, offendere, denigrare, formulare accuse di vario genere nei confronti del Sindaco e degli appartenenti alla sua amministrazione. Lo scopo di questa pagina non è quello di esercitare una legittima e costruttiva critica politica, ma solo quello di insultare ferocemente l’avversario politico, non disdegnando di ricorrere pure a basse insinuazioni sulle modalità di scelta degli assessori e sulle loro capacità. Tutto ciò viene fatto utilizzando epiteti offensivi e grevi, ma Facebook non esegue alcuna verifica sul contenuto dei post fino a quando qualcuno non glielo chiede, anche se il loro contenuto è palesemente sordido. Facebook, quindi, attiva il suo controllo solo quando un certo numero di persone invia la segnalazione. In questo caso gli appartenenti al gruppo hanno segnalato tutti insieme, in modo massivo, la mia risposta ad un post di una amministratrice del gruppo ritenendolo sessista. Chiunque legga il post e la mia risposta può verificare da solo che le mie parole non avevano alcuna connotazione sessista, ma solo una vaga ironia che speravo venisse colta dalla destinataria invitandola a dedicarsi ad attività più produttive che non offendere il sindaco e la giunta".

"Ovviamente - racconta De Luca - segnalare il post come sessista è stato l’espediente più facile attraverso il quale ottenere che Facebook attivasse il suo meccanismo di “raffreddamento”, ottenendo il risultato di un blocco di qualche ora del mio account personale che già domenica mattina era tornato assolutamente attivo ed operativo.
Domenica mattina infatti ho pubblicato due post: uno per ringraziare degli auguri ricevuti per il mio onomastico e l’altro per comunicare che il sindaco De Luca aveva pieno accesso al suo profilo Facebook e smentire la ridda di insinuazioni che si rincorrevano già da venerdì sera. Ho deciso però di non scrivere nulla di più fino a quando non avrò chiari i contorni di questa vicenda che trovo surreale nella sostanza e altamente pericolosa nella forma, con la quale un gruppo di soggetti senza arte nè parte è riuscito, facendo leva sugli automatismi di Facebook, ad ottenere il blocco, anche se temporaneo, del mio account personale. È chiaro che qui non c’entra nulla il sessismo nè le offese alla femminilità, ma si tratta di una manovra politica realizzata attraverso i meccanismi dell’odio sociale".

E conclude: "Per questo motivo ho deciso che tutte le notizie che attengono alla attività politica e amministrativa della città di Messina verranno pubblicate solo nella pagina Facebook Cateno De Luca Sindaco di Messina, mentre sulla mia pagina personale, Cateno De Luca, pubblicherò i post che non attengono esclusivamente alla mia attività amministrativa. Invito tutti gli iscritti alle pagine a rispettare questa distinzione di contenuti ed a seguire entrambe con la stessa attenzione con la quale mi hanno seguito fino ad ora.  Considero mio dovere istituzionale approfondire questa vicenda per evitare che anche altre persone possano diventare vittime di campagne denigratorie su Facebook da parte di gruppi organizzati che utilizzano i social media per ottenere la gogna o il silenzio mediatico dei loro avversari. Su questo posso anticipare fin da ora che siamo al lavoro per portare all’attenzione della Autorita Giudiziaria le pagine Facebook, i gruppi e i profili dei soggetti i cui sono palesemente offensivi e calunniatori, chiedendo l’accertamento della reale identità di tutti questi leoni da tastiera che, dietro nick name e foto profilo impersonali, celano la loro identità convinti che ciò basti a garantire loro l'impunità".

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